Questo episodio potrebbe essere collegato con un commento di Vrindavana Dasa a un altro
passaggio riguardo a un brahmino di nome Gopala Chapala, che viveva nel distretto di Radha desha (vicino a Navadvipa) e aveva affermato di essere Gopala (Krishna) stesso – probabilmente per invidia, in quanto Srivasa, che adorava Nimai/ Chaitanya, diceva alla gente che Nimai/ Chaitanya era una manifestazione diretta di Krishna stesso. Ecco qui di seguito la storia dell’incontro.
Un giorno Chaitanya venne avvicinato da un lebbroso. In tutta umiltà, l’uomo offrì il suo rispetto. “Tutti dicono che tu sei un avatara divino. Io ti accetto come la Personalità suprema di Dio, che libera le anime cadute. Tu sei Govinda, tu sei Gopala, tu sei l’oceano di compassione. Per favore, salvami. Io mi sottometto a te. Ho commesso gravi offese, ora me ne sono reso conto. Per favore liberami da questa malattia intollerabile.”
Chaitanya si infuriò terribilmente. “Io non mi curo delle offese che qualcuno può commettere contro di me, ma non tollero le offese contro i miei devoti. Sono amico di tutti gli esseri viventi dell’universo, ma sono molto dispiaciuto quando qualcuno diventa invidioso delle brave persone e dei devoti sinceri, che sono sempre nel mio cuore. Tu stesso sei la causa delle tue disgrazie, perché hai attaccato e calunniato Srivasa, e ne dovrai pagare il prezzo, fino in fondo.”
Il lebbroso piangeva disperatamente. “Tu sei certamente indipendente e libero di fare tutto ciò che vuoi,” disse, “ma in Kali yuga ogni casa è piena di offensori, e se il tuo nome è patita pavana (“il salvatore delle anime cadute”) questo dovrebbe significare che sei venuto a salvare la gente, e non a ucciderla. Tu sei il dharma setu (“il ponte della religione”) grazie al quale la gente può passare oltre la degradazione e l’ignoranza e raggiungere la sponda della luce, della conoscenza e dell’immortalità.”
Dopo aver mandato via il lebbroso, Chaitanya andò a casa di Srivasa e presentò il suo caso di fronte a tutti i devoti. “Quel lebbroso dovrà soffrire per molte vite a causa delle sue offese, ma non provo compassione per lui anche se il suo corpo si sta sbriciolando. Gli ho detto che non può essere salvato, ma se tu vuoi avere compassione di lui, io credo che tu possa salvarlo.” Sorridendo, Srivasa rispose, “Io non ho alcun potere o posizione. Sei tu che salvi tutti, ma vuoi glorificare me. Io perdono le offese di quell’uomo: gli auguro di guarire dalla sua malattia.” Il lebbroso era disteso sulla riva della Ganga. In quel preciso momento vide che il suo corpo era guarito e tornato in salute, e corse a casa di Srivasa, piangendo di gratitudine, e glorificando Chaitanya, che l’aveva liberato dalla cecità dell’ignoranza. Chaitanya uscì a incontrarlo, e quando il brahmino si prostrò davanti a lui, lo risollevò abbracciandolo, L’uomo era sopraffatto dall’amore per Krishna e cominciò a cantare, danzare e rotolarsi a terra, gridando, “Gauranga è amico di tutti”.
Da “ La vita di Krishna Caitanya”
di Parama Karuna dd
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