Poi vide la terraferma, Lanka, il regno di Ravana. Quanta gioia nel suo cuore!
Discese su un picco che si ergeva proprio vicino alla spiaggia. Hanuman toccò rumorosamente terra, e si guardò attorno per vedere se era stato avvistato. Nessuno, grazie al cielo! Contrasse la sua forma maestosa in quella di una piccola scimmia e si diresse verso le mura della città. E la vide, quella città di cui aveva già sentito parlare come di una fortezza favolosa. La mura erano enormi, indistruttibili, e bastioni e cancelli erano costantemente vigilati da centinaia di soldati armati fino ai denti. Sembrava inespugnabile. Attese la notte e poi, con grande cautela, si diresse verso le mura della città. Così piccolo, gli fu facile passare inosservato. Ma appena fu entrato la divinità di Lanka in persona, una potente Rakshasi, lo fermò con voce tagliente.
“Dove vai tu? Io sento che tu sei un nemico dei Raksasa. Non entrerai in questa città: io te lo impedirò.”
Armata di tridente Lanka si lanciò contro il suo antagonista, tentando di trafiggerlo. Hanuman schivò il colpo e la colpì con uno schiaffo. Nel suo cuore sentì il dispiacere di aver colpito quella che era una divinità e una donna, ma sentiva di non averne potuto fare a meno. Nonostante fosse stata colpita in maniera non violenta, la potenza di quel colpo scaraventò in terra Lanka. Hanuman passò oltre, senza curarsi più di lei. Lanka, pensierosa, guardò Hanuman addentrarsi nella città.
“Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato,” pensò. “Non può essere altri che lui. Un giorno Brahma mi disse che la distruzione della mia città sarebbe stata imminente quando sarei stata sconfitta da una scimmia. Oggi sono stata sconfitta: quel momento, quello della distruzione della mia città, è arrivato.”
Questa è una sezione del libro “Il Ramayana”, in lingua italiana.
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