Terminate le cerimonie funebri in onore di Dasaratha, Bharata si consultò con il fratello Satrughna e con i saggi di corte. Nel corso del colloquio Satrughna non riuscì più a contenersi e volle gettarsi su Manthara per ucciderla, ma Bharata glielo impedì.
Al mattino del quattordicesimo giorno dalla morte di Dasaratha, Bharata annunciò la sua partenza. Davanti alla folla riunita intorno al palazzo, comunicò a tutti che sarebbe andato a cercare Rama e che l’avrebbe riportato ad Ayodhya. I cittadini furono molto contenti di quella saggia e virtuosa decisione e sentirono rinascere la speranza. I preparativi per la partenza iniziarono immediatamente. Bharata portò con sé un imponente esercito e anche la madre, Manthara e le altre mogli di Dasaratha. Vennero i principali ministri e i saggi di corte.
Ripercorsero la stessa strada che Rama aveva fatto non molti giorni prima, finché arrivarono nell’eremo del Rishi Bharadvaja. Il saggio intrattenne l’intero esercito, provvedendo al cibo e all’alloggio grazie ai suoi poteri mistici. Dopo averli rifocillati, Bharadvaja volle conoscere le loro intenzioni.
“Giovane principe Bharata,” gli chiese. “Quali sono le tue intenzioni nei confronti di Rama? Spero che tu non abbia cattivi intenti, perché commetteresti un’azione empia.”
Con tono umile, Bharata raccontò tutto l’accaduto nei minimi particolari.
“O grande saggio,” concluse il buon principe, “non pensare che il complotto sia stato ordito con la mia approvazione. Io ero ignaro di tutto e lontano da Ayodhya. E non credere neanche che io sia venuto fin qui per distruggere colui che potrebbe diventare un pericolo per il mio potere. E’ il contrario. Io sono venuto per riportare il mio adorato Rama ad Ayodhya e restituirgli ciò che gli spetta di diritto. Gli autori del misfatto sono questa donna infida, mia madre, e dalla sua degna serva Manthara.”
“Sono contento di sapere che non hai cattive intenzioni nei riguardi di Rama,” disse Bharadvaja. “Puoi essere sicuro che in caso contrario io ti avrei maledetto. Rama è a Citrakuta, lo troverai lì. Per quanto riguarda tua madre, non serbarle rancore. Io posso assicurarti che è stata solo lo strumento di un destino che alla fine porterà benefici a tutti.”
Dopo aver conversato ancora un poco, Bharata salutò rispettosamente il saggio e si diresse verso Citrakuta.
L’esercito si trasferì immediatamente sulla riva destra del Gange e presto Citrakuta divenne visibile. Bharata fece fermare l’esercito e decise di procedere a piedi, accompagnato da pochi altri.
In quel momento Rama si era accorto di una grande nube di polvere all’orizzonte e si allarmò.
Questa è una sezione del libro “Il Ramayana”, in lingua italiana.
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