Con l’esecuzione del canto collettivo del mantra Hare Krsna, si può distruggere la condizione peccaminosa dell’esistenza materiale, purificare il cuore contaminato e risvegliare tutti i tipi di servizio devozionale. Il risultato del canto è che l’amore per Krsna si risveglia e la felicità trascendentale diviene realtà. Alla fine si guadagna la compagnia di Sri Krsna e ci si impegna nel servizio di devozione, come se ci si immergesse in un immenso oceano d’amore.
Il santo nome, nel Namastaka di Rupa Gosvami, è descritto come la personificazione della felicità e della conoscenza.
suditasrita-janarti-rasaye
ramya-cid-ghana sukha-svarupine
nama gokula-mahotsavaya te
krsna purna-vapuse namo namah(12)
Oh Hari-nama! Oh Krsna! Tu distruggi tutte le sofferenze di coloro che prendono rifugio in Te. Tu, per i tuoi devoti, sei molto attraente e delizioso. La Tua forma è la personificazione della conoscenza e della felicità e perciò sei una festa per gli abitanti di Gokula. Mi prosterno ripetutamente davanti a Te. La Tua forma è completamente spirituale come quella di Vaikuntha.
Ci si può liberare da tutte le cattive abitudini solo se si canta il santo nome di Krsna. Così si risveglia la buona fortuna e il flusso di amore per Krsna inizia a scorrere.
Pur praticando l’astanga-yoga la paura è sempre presente. Nello Srimad-Bhagavatam (1.6.35) è detto:
yamadibhir yoga-pathaih
kama-lobha-hato muhuh
mukunda-sevaya yadvat
tathatmaddha na samyati(13)
E’ vero che esercitandosi a controllare i sensi con la pratica dello yoga ci si può liberare dalle ansietà generate dalla cupidigia e dall’avidità, ma ciò non è sufficiente per dare all’anima la soddisfazione. Questa si conquista solo grazie al servizio di devozione al Signore Supremo.
Lo Srimad-Bhagavatam (1.5.12) condanna il karma e il jnana con queste parole:
naiskarmyam apy acyuta-bhava-varjitam
na sobhate jnanam alam niranjanam
kutah punah sasvad abhadram isvare
na carpitam karma yad apy akaranam (14)
Anche se libera da ogni rapporto con la materia, la conoscenza spirituale è poco interessante se non comporta una certa comprensione del Signore infallibile. Quale può essere quindi il valore delle attività interessate, transitorie per natura e sempre fonti di sofferenza, se non sono rivolte al servizio del Signore?
Lo Srimad-Bhagavatam (10.14.4) condanna ulteriormente la via che non segue il servizio di devozione con queste parole:
sreyah-srtim bhaktim udasya te vibho
klisyanti ye kevala-bodha-labdhaye
tesam asau klesala eva sisyate
nanyad yatha sthula-tusavaghatinam (15)
Mio caro Signore, il servizio di devozione a Te è la via migliore per la realizzazione spirituale. Se qualcuno abbandona questa via per coltivare la conoscenza speculativa, si abbandona ad un processo deviante con cui non raggiungerà il risultato desiderato. Come una persona che batte una spiga vuota non può ottenerne grano, chi specula soltanto non può raggiungere la realizzazione spirituale. L’unico guadagno saranno dei fastidi.
Questa è una sezione del libro “Bhajana Rahasya”, in lingua italiana.
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