Al momento della nascita indossava un’armatura naturale e due meravigliosi orecchini, che erano un tutt’uno col corpo. Kunti, estasiata dalla straordinaria bellezza e grazia del bambino, sentì nascere in sé un grande amore materno; pure la ragione le impose di non lasciarsi trasportare dai sentimenti per cui, ponendolo in una cesta, lo abbandonò alla corrente del Gange, facendolo sorvegliare a distanza da una ragazza.
Non molte ore dopo la cesta venne raccolta da Atiratha, un guidatore di carro da guerra della casta dei Suta, e dalla moglie Radha i quali, non avendo avuto figli e desiderandone uno da tempo, lo adottarono.
Fino agli ultimi tragici giorni della battaglia di Kuruksetra, pochissimi sarebbero venuti a conoscenza della storia dell’unione di Kunti con Vivasvan.
Questa è una sezione del libro “Maha-Bharata Vol. 1”, in lingua italiana.
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