Da dove proveniamo?, dal libro “La Filosofia del Bhakti Yoga”

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D:  Una delle domande che ci si pone più frequentemente quando si tratta dell’anima spirituale riguarda la sua origine. Se dovessimo usare solo i nostri poteri intellettivi sarebbe impossibile determinarla. Cosa dicono i Veda al riguardo? Da dove viene? qual è il suo mondo di appartenenza? viene ad esistere nel momento in cui nasce il corpo o scaturisce da qualche altra parte?

 

R:  Essendo di natura sat, l’anima è sempre esistente, e non c’è mai un momento in cui non sia esistita. Nel verso già citato,

Bhagavad-gita 2.12

Sri Krishna dice che mai c’è stato un momento di non- esistenza; e in quel verso non si riferiva solo a se stesso, ma a tutte le jiva. Afferma: “aham, tvam, ime janadhipah”, io, tu e tutti questi re. “Jatu nasam”: mai ci fu un tempo in cui non esistemmo.

 

Le anime dunque non nascono e non muoiono.

Noi proveniamo da un mondo che ci è del tutto simile in qualità, non potendo logicamente discendere da uno di natura così diversa come quello materiale. Come potrebbe un’essenza spirituale eterna scaturire da una temporanea? Il mondo di origine di qualcosa non può essere di tanto inferiore o comunque diverso dal soggetto generato.

 

D:  In questo mondo vediamo che ogni cosa ha un inizio e una fine. Le jiva invece sono di natura eterna, una natura completamente diversa. Allora, da dove proveniamo?

 

R:  Non da questo mondo. Noi veniamo da un luogo trascendentale: esso stesso è un’entità personale (vigraha) fatto di eternità, conoscenza e felicità (sat, cit e ananda). Stiamo parlando del mondo spirituale, del tutto simile alla sostanza propria della jiva, come vedremo nel capitolo interessato.

 

In questi infiniti universi vivono coloro che si sono liberati e coloro che non sono mai scesi (né mai scenderanno) nel mondo dell’illusione.

 

D:  Esistono diversi tipi di anime o sono tutte dello stesso genere? Se la seconda ipotesi fosse quella giusta, vorrebbe dire che tutte le anime possono o devono cadere.

 

R:  Ci sono tre tipi di energie, che possono essere denominate in numerosi modi:

 

La prima è para-sakti, (o cit-sakti) energia para, superiore, o spirituale

La seconda è apara-sakti, (o maya-sakti) energia avidya, inferiore, o materiale,

La terza è tatastha-sakti, (o jiva-sakti) energia ksetrajna, o marginale.

 

Noi siamo parte di quest’ultima energia divina, l’energia marginale. Come sappiamo, per marginale s’intende qualcosa “che sta ai margini”, che non può essere definito superiore ma neanche inferiore. Sta “ai confini” proprio per questa sua caratteristica di poter essere risucchiato dalla materia, oppure “diventare” para-prakrti, stadio dal quale non dovrà più ricadere. Chiunque sia giunto a quello a dimensione di esistenza, non può mai ritornare, in quanto nel mondo spirituale la possibilità di cadere vittima dell’illusione è nulla.

 

Per quanto riguarda i svariati tipi di anime, nell’energia interna del Signore, Sri Krishna Bhagavan, chiamata Brahman, ci sono tipi diversi di jiva. Ci sono le personalità delle energie interne, le jiva che non hanno mai voluto cadere, e molte altre. Come vedremo meglio in seguito, queste non possono mai essere venute in contatto con l’energia materiale, proprio per la loro natura superiore.

 

In definitiva la jiva proviene dal corpo trascendentale di Krishna Bhagavan ed è parte integrante della sua essenza.

 

Questa è una sezione del libro “La Filosofia del Bhakti Yoga”, in lingua italiana.

Per acquistare il libro completo, clicca qui sopra

 

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