Domanda su le Upanishad e la personalità di Dio

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Domande:

CARI DEVOTI, HARE KRSNA!

Leggendo alcune fra le più antiche Upanisad non ho trovato niente che potessero riferirsi a Dio , quale Persona Suprema. Il contesto mi è apparso notevolmente impersonalista, anche se suggestivo, profondissimo ed affascinante.

Vorrei , se possibile, che foste così gentili da spiegarmi. Forse non sono abbastanza preparata e pura per scorgere la Verità? Grazie . Aspirante devota rosy.

gen 2002 Rosanna

 

Risposte:

Gentile amica,

le Upanishad non sono testi di conoscenza a se stanti ma fanno parte di un “corpo” di scienza unico e piu’ vasto chiamato Veda. Se si prendono fuori dal contesto l’immagine completa della Verità Assoluta si perde e noi ci perdiamo con lei.

Uso un’analogia: se prendiamo un testo di matematica delle elementari e lo accettiamo come assoluto, il giorno in cui ci imbatteremo in libri universitari diventeremo alquanto confusi e non sapremo più cosa pensare. Ci sono interi diparmenti scientifici che nei testi elementari non troviamo neanche accennati.

La giusta maniera di studiare dunque è comprendere bene qual’è la visione completa e poi andare nello specifico che è più rilevante per il nostro grado di apprendimento. Per questo è necessaria una guida, un Maestro spirituale.

Le Upanishad trattano piu’ di ogni altra cosa l’aspetto “energetico” della Verità Assoluta perche’ quella è la loro funzione. Il compito di altri scritti è descriverne altri.

Perciò presi in toto e mai separati gli uni dagli altri.

Ma è un errore dire che le Upanishad ignorino l’aspetto personale, come se fosse inesistente. Infatti la Isa Upanishad (che è tra le 8 Upanishad più antiche) al versetto 15 dice:

hiranmayena patrena 

satyasyapihitam mukham 

tat tvam pusann apavrnu 

satya-dharmaya drstaye

“O mio Signore, sostentamento di tutto ciò che vive, il Tuo viso è coperto dalla Tua radianza accecante. Per favore, rimuovi quella copertura e mostrati al Tuo puro devoto.”

E il versetto seguente dice:

pusann ekarse yama surya prajapatya

vyuha rasmin samuha tejo

yat te rupam kalyanatamam tat te pasyami

yo ‘sav asau purusah so ‘ham asmi

”O mio Signore, o filosofo primordiale, mantenitore dell’universo, o principio regolatore, destinazione dei puri devoti, benefattore dei progenitori dell’umanità – per favore rimuovi la radiosità dei Tuoi raggi trascendentali cosicchè io possa vedere la Tua forma di felicità. Tu sei l’eterna Suprema Personalità di Dio, simile al sole, come lo sono io.”

Dunque questi due passi della Isha sono abbastanza chiari. Il diciassettesimo lo è altrettanto.

Va anche aggiunto che sarebbe un altro errore di superificialità pensare che solo la Isha presenti idee filosofiche di tipo personalistico. Bisognerebbe leggere con maggiore attenzione la Katha Upanishad per capirlo senza dubbi. Gli insegnamenti di Yamaraja a Naciketa sono chiari come il sole. E persino le parole del più conosciuto impersonalista della storia, Sripada Sankaracarya, lasciano molto dubbi al riguardo delle sue vere intenzioni e convincimenti filosofici.

In conclusione, molte Upanishad (ma non tutte) sono certamente di stampo impersonalista, ma senza ombra di dubbi non l’insegnamento complessivo dei Veda.

 

Questa è una sezione del libro “Il Microfono di Dio”, in lingua italiana.

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