E’ meglio abbracciare un serpente, una tigre o un alligatore piuttosto che stare in compagnia di persone che adorano vari esseri celesti e che sono animate da desideri materiali.
Il Bhakti-rasamrta-sindhu cita il verso seguente della Katyayana-samhita:
varam huta-vaha-jvala-
panjarantar-vyavasthitih
na sauri-cinta-vimukha-
jana-samvasa-vaisasam (8)
E’ preferibile essere rinchiusi in una gabbia circondata da fiamme e sopportare una tale sofferenza piuttosto che associarsi con coloro che sono privi della coscienza di Krsna. Una compagnia del genere è una grande avversità.
Nel Visnu-rahasya è scritto:
alinganam varam manye
vyala-vyaghra-jalaukasam
na sangah salya-yuktanam
nana-devaika-sevinam (9)
E’ meglio abbracciare un serpente, una tigre o un alligatore piuttosto che stare in compagnia di persone che adorano vari esseri celesti e che sono animate da desideri materiali.
E’ scritto nel Bhakti-rasamrta-sindhu che perfino il namabhasa distrugge tutti i peccati e accorda la liberazione.
tam nirvyajam bhaja guna-nidhe pavananam
sraddha-rajyan-matir atitaram uttamah-sloka-maulim
prodyann antah-karana-kuhare hanta yan-nama-bhanor
abhaso ‘pi ksapayati maha-pataka-dhvanta-rasim (10)
Oh detentore di tutte le buone qualità, adora Sri Krsna, il purificatore dei purificatori, la più nobile delle personalità, glorificato con versi scelti. Adoralo con fede e mente fissa, senza ambiguità e in modo nobile. Adora il Signore il cui nome è come il sole. La minima apparizione del sole dissipa le tenebre della notte, così la minima apparizione del santo nome di Krsna può spazzare via tutte le tenebre dell’ignoranza che calano sul cuore a causa di gravi attività peccaminose compiute nelle vite precedenti.
Eseguendo le pratiche del servizio di devozione secondo gli insegnamenti dei Siksastaka, i passatempi di Krsna si manifestano gradualmente nel cuore del devoto. All’inizio secondo il primo sloka dei Siksastaka
Srila Bhaktivinode Thakura afferma nel suo commento ai Siksastaka, il Sammodana-bhasya, che nel primo verso la parola param indica che successivamente allo sraddha e al sat-sanga, cioè allo stadio di bhajana-kriya ci si dedica al canto del santo nome.
si dovrebbe praticare il bhajana per alcuni giorni. Mediante questa disciplina il praticante deve poi maturare, come è spiegato nel secondo verso.
Maturare vuol dire che si dovrebbe evitare con attenzione il namaparadha come indica la parola durdaivam, dopo di che si è in grado di glorificare in modo appropriato il santo nome, la forma, gli attributi e i passatempi del Signore.
In base al terzo e al quarto sloka
Il terzo verso dei Siksastaka descrive le qualità manifestate dal sadhaka dopo che questi si è liberato delle offese. Nel quarto verso, le parole na dhanam na janam na sundarim si riferiscono alle qualità marginali del puro devoto, che è esente da tutti i desideri materiali.
Questa è una sezione del libro “Bhajana Rahasya”, in lingua italiana.
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