Domanda:
perdonate il mio ardire, non so bene se sto sbagliando forum o se è quello giusto, eventualmente attendo di essere più correttamente indirizzato, ma vorrei tanto conoscere l’etimologia del nome Krishna. ho trovato diverse risposte a questa domanda. qualcuno sostiene significhi “infinitamente affascinante”, mentre dall’altro lato il dizionarietto della vallardi sostiene che significhi “nero”. non che questa conoscenza particolare sia indispensabile, nella ripetizione del nome o nel canto, però ho l’impressione che potrebbe rivelarmi qualcosa di più. è spesso assai difficile distinguere fra eccesso di fame razionale e opportuna ricerca spirituale. se c’è qualcuno in possesso di questa informazione, è pregato di farsi vivo. grazie in anticipo, arrivederci.
Michele 09/09/2002
Risposta:
Gentile amico,
la parola Krishna può avere numerose traduzioni. “Krish” vuol dire “attrazione” e “na” sta per ananda, o felicità.
Ma la lettera “na” si usa anche in riferimento a Colui che può fermare il ciclo di nascite e morti e “Krish” vuol dire anche sattartha o esistenza.
Tutti questi significati trovano la loro armonizzazione nel significato classico di “Colui che ferma il ciclo di morti e rinascite e colloca nell’eterna esistenza trascendentale, dando l’esperienza di una felicità suprema ottenuta attraverso il servizio devozionale (bhakti)”.
La parola “Krishna” vuol dire anche “scuro”. Si riferisce sempre alla stessa persona, in quanto il colore fisico di Krishna è scuro.
Vorrei aggiungere qualcosa al riguardo della “fame di razionalità” di cui fai cenno.
Non c’è differenza tra azione spirituale e azione intellettuale quando si cerca nel giusto posto sotto la giusta guida. L’essere umano è fatto di tante parti, fra cui anche un’intelligenza. Questa deve essere purificata mediante attività spirituali, che sono la ricerca e la comprensione della filosofia trascendentale.
Se così non fosse non si capirebbe perchè i saggi abbiano scritto così tanti libri.
Grazie per le belle domande. E’ un piacere rispondere.
Hare Krishna Manonatha Dasa 09/09/2002
Intervento:
Caro Manonatha,
grazie per la tua disponibilità e per avere condiviso la tua scienza a proposito della lingua sanscrita e della filosofia orientale.
per avere raggiunto una tale agilità di conoscenza e di divulgazione bisogna avere alle proprie spalle tanta ricerca interiore e tanta pratica, due aspetti che, idealmente, dovrebbero sempreandare di pari passo. non è un caso che il tuo nome è Manonatha, ovverosia “aiuto della mente”!!
>”Krish” vuol dire “attrazione” e “na” sta >per ananda, o felicità.
>Ma la lettera “na” si usa anche in >riferimento a Colui che può fermare il >ciclo di nascite e morti e “Krish”
vuol >dire anche sattartha o esistenza.
quindi Krishna come parama-artha o summum bonum, ma anche come unica porta per l’eternità -attraverso- il riconoscimento delle leggi che regolano l’esistenza e che ne stabiliscono i presupposti necessari. il principio sat, ovverosia ciò che esiste e che per questa ragione “è vero” ,presuppone un cuore spirituale che mantenga tutti e due i piedi piantati sulla terra, e che sia ordinatamente inserito all’interno della verità cosmica, che parte dalla terra e tende verso il cielo e viceversa. Om Asatho Maa Sad Gamaya.
>Tutti questi significati trovano la loro >armonizzazione nel significato classico >di “Colui che ferma il ciclo di morti e >rinascite e colloca nell’eterna esistenza >trascendentale, dando l’esperienza di una >felicità suprema ottenuta attraverso il >servizio devozionale (bhakti)”.
>La parola “Krishna” vuol dire >anche “scuro”. Si riferisce sempre alla >stessa persona, in quanto il colore fisico >di Krishna è scuro.
se non ricordo male uno dei tanti appellativi del dio Krishna è anche “Radhe Shyam”, appunto il fedele compagno di Radha scuro come le nubi dense di pioggia, per cui ripieno della grazia di Dio che da Lui fuoriesce e che raggiunge poi tutta l’umanità. il libro della natura e della creazione sa essere a volte piuttosto variegato e complesso, le nubi possono essere simbolo di dubbio e di confusione, ma anche di misericordia e di salvezza, a seconda della valenza, positiva o negativa, che si dia di volta in volta al sole nel passare da un simbolo all’altro.
>Vorrei aggiungere qualcosa al riguardo >della “fame di razionalità” di cui fai >cenno.
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>Non c’è differenza tra azione spirituale e >azione intellettuale quando si cerca nel >giusto posto sotto la giusta guida. >L’essere umano è fatto di tante parti, fra >cui anche un’intelligenza. Questa deve >essere purificata mediante attività >spirituali, che sono la ricerca e la >comprensione della filosofia trascendentale.
>Se così non fosse non si capirebbe perchè i >saggi abbiano scritto così tanti libri.
quanto dici è illuminante e fortificante. lo tengo dentro come un prezioso pensiero al quale fare sempre riferimento. personalmente ritengo che fra la ricerca spirituale e la sua messa in pratica dovrebbe esserci sempre equilibrio, come un piccolo “ganga” individuale, come un naturale e continuo flusso da sè stessi, attraverso il Sè, verso gli altri.
>Grazie per le belle domande. E’ un piacere >rispondere.
ancora una volta grazie per il pronto soccorso spirituale che hai voluto fornire. Un caro saluto e benedizioni
Hare Krishna
Questa è una sezione del libro “Il Microfono di Dio”, in lingua italiana.
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