Caro Govinda,
Hare Krishna
Il sanskrito e’ una lingua creata per esprimere concetti filosofici spesso in forma codificata. Infatti se si leggono libri come il Caturveda, il Brahma Sutra o anche lo Yoga Sutra questo concetto si capisce. Uno puo’ capire, tradurre e spiegare un testo filosofico solo se e’ un esperto in tutti i vari livelli di contestualizzazione. Tat tu samanvayat (Vedanta Sutra 1.1.4) La contestualizzazione e’ fondamentale per chiunque prenda la conoscenza vedica come una cosa seria e non come un gioco.
I testi che sono in maniera preponderante storici non sono esenti da questa regola. O uno e’ un esperto dell’intera storia vedica o e’ meglio che lasci perdere il tradurre e spiegare i Purana o le Itihasa. E addirittura consiglio di neanche leggere questi testi a meno che non siano stati tradotti e spiegati da fonti autorevoli.
Il sanskrito non e’ impossibile per gli esseri umani da dominare, ma certo uno deve potersi aspettare di incappare in un qualche errore o difficolta’ di comprensione. Questo succede a chiunque si avventuri in studi di testi difficili come il Rig Veda o il Vedanta Sutra.
Manonatha Dasa (ACBSP)
PS
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