Vedendo tutto ciò dall’alto dei pianeti celesti, Brahma riunì tutti i Deva e disse loro:
“Vishnu vuole aiutarci. A questo scopo è già sceso sulla Terra, e voi dovete aiutarlo nella sua missione. Scendete nel mondo degli uomini e incarnatevi anche voi in forme diverse. Dal ventre delle Apsara producete una razza di Vanara veloci come il vento e invincibili in guerra, e che siano estremamente forti e intelligenti. Agite così, dunque, senza nessun indugio, per il bene della popolazione dell’universo.”
Brahma dette l’esempio: fu il primo e generò Jambavan, il re degli orsi, nato da uno sbadiglio. Indra produsse Vali, che era alto come una montagna; e Vivasvan procreò Sugriva; e Brihaspati l’intelligente Taraka; e Kuvera generò Gandhamadana. Da Visvakarma nacque Nala; e da Agni, Nila; dai due Asvini Kumara, Mahinda e Dvivida; da Varuna, Sushena; e da Paijanya, Sarava. Vayu, il Deva del vento, generò il grande devoto Hanuman. Tutti i grandi Deva e saggi celesti procrearono potenti scimmie e orsi, dai corpi duri come il diamante e valorosissimi in guerra, che velocemente cominciarono a discendere sulla Terra.
Quando il sacrificio Asvamedha fu terminato, tutti si apprestarono a tornare nei loro rispettivi paesi e città. Anche il puro Risyasringa lasciò Ayodhya, ricoperto di onori e ricchezze.
I quattro figli di Dasaratha
I bambini nacquero. Kausalya fu la prima a partorire e suo figlio fu chiamato Rama. Poi Kaikeyi, e suo figlio fu chiamato Bharata. Infine Sumitra, che dette alla luce due gemelli, ai quali furono dati i nomi di Laksmana e Satrughna.
I bambini crescevano giorno dopo giorno, pieni di tutte le buone qualità. Erano belli, forti, abili, coraggiosi, gentili, virtuosi e devoti ai princìpi della religione. Tutte queste qualità erano presenti nei figli di Dasaratha, che non sapeva nascondere la sua gioia e il suo amore verso i ragazzi. In particolare Rama era il più amato, e non soltanto dal padre, ma anche da chiunque lo conoscesse. Fin dall’infanzia Laksmana sentì un amore spontaneo verso il fratello maggiore e i due non si separavano neanche per un momento. Satrughna, invece, sviluppò un sentimento particolare per Bharata. Ma non ci furono invidie o competizioni fra di loro: i quattro si amavano tutti di un profondo amore fraterno.
Quando i ragazzi furono in età da matrimonio, il re cominciò a considerare differenti possibilità. C’erano innumerevoli principesse nobili e stupende, e tutte sarebbero state liete di sposare i suoi figli.
Questa è una sezione del libro “Il Ramayana”, in lingua italiana.
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