Sanketa-rupa namabhasera prakara-dvaya
Cantare il Santo Nome riferendosi a Vishnu, ma con una concezione materiale, e cantare involontariamente il Santo Nome di Vishnu – questi sono i due tipi di sanketa namabhasa. Gli Sastra menzionano Ajamila come un esempio.
Tutti gli Yavana vengono facilmente liberati quando dicono: ‘Haram! Haram!’ Si dice che questo e’ il namabhasa del secondo tipo[1].
[1] La parola haram è una parola araba che si riferisce a un’attività proibita. Tuttavia, in India, ha-ram significa “O Rama!” Quindi, poiché il Nome di Rama è incluso, è considerato namabhasa. La potenza del Santo Nome non viene mai meno
Questa è una sezione del libro “Harinama Cintamani” di Sri Bhaktivinode Thakura , in lingua italiana.
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