Ravana allora convocò Shuka, uno dei suoi fidati ambasciatori e gli affidò una missione.
“I Vanara si stanno avvicinando. Non pensavo che fossero così temerari, eppure stanno arrivando. Cerchiamo di evitare la guerra. Porta ai loro capi un messaggio per tentare di scoraggiarli. E quando sarai fra di loro osserva bene il loro numero e la vera entità della loro forza. Tu sei esperto, sai riconoscere le capacità di un nemico. Vai, dunque, e torna presto.”
Shuka viaggiò velocemente e arrivò dove i Vanara erano accampati. Rimase stupefatto nel vedere il loro numero: sembravano un oceano che si muoveva brulicante, dove ogni goccia era un guerriero determinato ad avere giustizia. Chiese del loro capo e fu condotto a Sugriva, a cui lesse il messaggio. Era così insolente e aggressivo che alcuni Vanara se la presero con Shuka e lo malmenarono.
Rama prontamente ordinò di fermarsi, ammonendoli che quello non era un comportamento civile. Lo fece liberare e gli permise di terminare di leggere il messaggio. Era inviata personalmente a Sugriva.
“… Non aiutare, quindi, Rama in questa impresa disperata, dove perderai tutto, compresa la vita,” terminò l’intimorito Shuka. “Schierati dalla mia parte e ti coprirò di ricchezze e di gloria!”
“Avete sentito che viltà?” gridò Sugriva appena ebbe finito di ascoltare il messaggio. “Ha paura di noi e cerca di convincerci ad ab-bandonare la missione.”
Tutti scoppiarono con delle risate di scherno. Sugriva riprese:
“Ascoltami bene, messaggero. Dì questo al tuo padrone. Il coraggio è una ricchezza che lui non ha e che quindi non mi può dare. Digli che presto arriveremo a Lanka e distruggeremo lui, la sua stirpe intera e la sua città. Noi non tradiremo Rama.”
A Shuka non fu permesso di tornare subito a Lanka: i Vanara pensarono bene di liberarlo quando sarebbero stati più vicini all’isola.
Questa è una sezione del libro “Il Ramayana”, in lingua italiana.
Per acquistare il libro completo, clicca qui sopra
Post view 343 times