Il Re concede un dono ad Astika

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Adhyaya 56

Il Re concede un dono ad Astika

Janamejaya disse:

Anche se questo Rishi non è che un ragazzo, parla come un vecchio saggio. Non è un giovane, penso che sia saggio e vecchio. Desidero dargli un dono. Perciò, o Brahmana, datemi il permesso necessario.

I Sadasya dissero:

Un Brahmana, sebbene possa essere un ragazzo, merita il rispetto dei re, tanto più se è dotto. Questo ragazzo merita di soddisfare tutti i suoi desideri, ma non prima che Taksaka sia arrivato qui.

 

I Brahmana avevano la sensazione che questo giovane avesse una ragione nascosta per essere lì e quindi consigliarono a Janamejaya di non promettergli alcun regalo prima di aver ucciso Taksaka, che era la ragione principale del Sarpa Yajna.

 

 

Sauti:

Il re era disposto a concedere un dono al ragazzo Brahmana e disse:

Janamejaya:

Chiedimi un dono.

 

Janamejaya ignoro’ il consiglio del Brahamana. Non è mai una buona idea non ascoltare seriamente i Brahmana. Ci sono molti casi simili nella letteratura vedica che ci insegnano questo fatto. Janamejaya stava cadendo in una trappola.

Ma c’era un filo logico divino dietro a tutto cio’.

 

Sauti:

Il Hota era piuttosto dispiaciuto.

Il Hota:

Taksaka non è ancora giunto a questo sacrificio.

Janamejaya:

Fai del tuo meglio per portare questo mio sacrificio al successo. Esercita tutta la tua forza in modo che Taksaka possa arrivare senza ulteriore indugio. Lui è il mio nemico.

 

Voleva quindi fare un regalo al Brahmana ma allo stesso tempo uccidere Taksaka.

 

I Ritvija:

O re, Taksaka ora vive nella dimora di Indra pieno di terrore. Ce lo dice lo Sastra e lo dice anche il fuoco.

Sauti disse:

Anche l’illustre Suta, Lohitaksa, esperto di Purana, lo aveva previsto. Janamejaya lo interrogo’ di nuovo e lui gli ripete’ la stessa cosa.

 

Lohitaksa (Lohitaksya): era uno dei Ritvik nel Sarpasatra di Janamejaya. Fu questo saggio che profetizzò tramite un bramino che il Sarpa Yajna non sarebbe mai stato completo.

 

Lohitaksa:

O re, quello che dissero i Brahmana è vero. Conoscendo come me i Purana, dico che Indra gli ha concesso un favore, dicendo:

Indra:

Vivi qui nascosto e il fuoco non potrà bruciarti.

 

Quindi Indra benedisse Taksaka da non essere bruciato dal fuoco.

 

Sauti:

Avendo sentito questo, Janamejaya si pentì molto e esortò il Hota a fare il suo dovere. Questi versava il burro chiarificato nel fuoco recitando potentissimi Mantra conditi col nome di Taksaka. In quel momento Indra apparve.

 

Janamejaya si pentì di non aver ascoltato il Brahmana e di aver concesso il dono ad Astika.

 

Nenche il re dei Deva è più potente dei mantra vedici recitati dai Brahmana durante un grande sacrificio del fuoco come quello di Janamejaya. Pertanto quei suoni potenti arrivarono fino al pianeta di Indra e lo costrinsero ad apparire sulla Terra. La protezione di Indra non era destinata ad avere successo.

 

L’illustre Deva apparve sul suo carro, venerato da altri Deva che gli stavano attorno al suo carro. Questo era circondato da masse di nuvole, cantori celesti e varie classi di danzatrici celesti.

Taksaka era nascosto tra le vesti di Indra.

 

Taksaka era aggrappato a Indra. Di conseguenza i mantra attirarono lui e contemporaneamente Indra stesso verso il fuoco sacrificale.

 

Allora il re, desideroso della distruzione di Taksaka, parlò così ai suoi Brahmana:

Janamejaya:

O Brahmana, se Taksaka è nella dimora di Indra, getta nel fuoco anche Indra.

Sauti:

Così sollecitato dal re Janamejaya, il Hota versava ripetutamente libagioni nel fuoco, chiamando il serpente per nome.

 

I Brahmana recitavano mantra specificando il nome di Taksaka. Si nascondeva tra le vesti di Indra, ma il potere dei mantra lo stava trascinando nella direzione del fuoco.

 

Mentre le libagioni venivano continuamente versate nel fuoco Indra, ansioso e impaurito, divenne visibile nel cielo.

Dopo aver visto quel potente sacrificio, Indra spinse lontano da se’ Taksaka, si affrettò a tornare nella sua dimora.

 

Indra vide la grandezza dello Yajna con tutte quelle grandi personalità presenti e capì che non poteva competere con il loro potere. Se avesse ostinatamente cercato di proteggere il suo amico, sarebbe morto anche lui nel fuoco. Così decise di abbandonare il Naga Taksaka al suo destino.

 

Nel momento che Indra lo lascio’ al suo destino Taksaka, insensibile per la paura, attratto dai mantra si avvicino’ al fuoco sacrificale.

I Ritvija dissero:

O re dei re, o Signore, questo tuo sacrificio e’ quasi completato con successo. Ora è giusto che tu conceda un dono a questo Brahmana, Astika.

 

Un sacrificio di questa portata non si puo’ concludere con successo se un Brahmana che evidentemente sta aspettando un dono non venga soddisfatto. Janamejaya aveva promesso un dono. Ora Astika doveva dire cosa voleva e il re doveva soddisfarlo.

 

Janamejaya chiese ad Astika:

O Brahmana, hai dei lineamenti così belli e infantili, che desidero concederti un degno dono. Pertanto, chiedi ciò che desideri nel tuo cuore di possedere. Te lo prometto. Lo concederò anche se fosse inammissibile.

I Ritvija dissero:

O re, ecco, Taksaka è passato sotto il tuo controllo. Si sentono le sue grida terribili e i suoi forti ruggiti.

Il serpente è stato abbandonato dal possessore del fulmine, il suo corpo è stato disabilitato dai nostri mantra. Sta cadendo dal cielo, senza piu’ potere sui suoi sensi. Arriva rotolando nel cielo su se stesso respirando affannosamente.

Sauti:

Proprio quando Taksaka stava per cadere nel fuoco, in un brevissimo momento, Astika parlò così.

Astika:

O Janamejaya, se vuoi concedermi un dono, lascia che il tuo sacrificio si interrompa in questo momento e che neanche piu’ un serpente cada nel fuoco.

Sauti:

Sentendo queste parole, il figlio di Pariksit si pentì enormemente e parlò così ad Astika:

Janamejaya:

O uomo illustre, ti darò oro, argento, mucche o qualunque altra cosa tu voglia possedere. Ma non chiedermi di fermare questo mio sacrificio.

Astika:

O re, non ti chiedo oro, argento o mucche. Si fermi questo tuo sacrificio, affinché i miei parenti materni siano salvi.

Sauti:

Janamejaya repeti’ ancora e ancora a quel migliore degli oratori, Astika.

Janamejaya:

O migliore dei migliori Brahmana, o benedetto, o uomo illustre, chiedi qualche altro dono.

Sauti:

Ma Astika affermo’ che non voleva niente altro.

Quindi, tutti i Sadasya, eruditi nei Veda, dissero al re con una voce sola:

I Sadasya:

Che il Brahmana riceva il dono.

 

Non c’è niente di più importante che soddisfare le richieste di un Brahmana. I benefici ottenuti con ogni sforzo non sono nulla in confronto alle disgrazie causate dalla irritazione di un Brahmana.

 

Astika Parva, Adhyaya 56, è composto da 27 versi.

 

Questa è una sezione del libro

Il MAHA-BHARATA, ADI PARVA ** Verso per verso con le spiegazioni Bhaktivedanta ** Vol. 1 di 4”, in lingua italiana.

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