“Il re degli Haihaya si chiamava Kartavirya Arjuna ed era famoso per la sua forza fisica. Ravana aveva sentito parlare di questo re e, desideroso come sempre di combattere, si recò a Mahismati, la sua capitale. Appena arrivò chiese di incontrare il reggente. Gli ufficiali di palazzo lo informarono che era assente ma che poteva trovarlo al fiume Narmada. Ansioso di sfidarlo, Ravana si diresse velocemente verso il fiume Narmada e lo fece cercare. Nel frattempo si accampò e raccolse dei fiori per iniziare un sacrificio propiziatorio a Shiva.
“Più a valle, Kartavirya Arjuna stava facendo il bagno in compagnia delle sue donne. Per gioco volle mostrare ad alcune di loro la forza delle sue mille braccia, che aveva ottenuto grazie a una benedizione di Shiva. Si immerse nell’acqua e fermò il corso del fiume, che a monte straripò in più punti. Il fiume uscì dagli argini anche in prossimità dell’accampamento di Ravana e spazzò via i fiori dell’offerta. Stupito da ciò che era accaduto, Ravana mandò i suoi consiglieri a scoprirne le cause. I due fratelli Shuka e Sharana videro il re degli Haihaya e compresero ciò che era successo. Ravana corse a sfidarlo e fu sconfitto. Fatto prigioniero, fu portato a Mahismati e Arjuna lo fece rinchiudere in una prigione inaccessibile. Pulastya venne a conoscenza dell’accaduto e volle intercedere a favore del nipote. Così Ravana fu liberato e ripartì subito.
“Per nulla umiliato o scoraggiato da quell’esperienza, Ravana continuò a perpetrare le più basse nefandezze. Ma il destino gli riservava un’altra amara esperienza.
“Un giorno arrivò a Kiskindha, la capitale dei Vanara, e sentì parlare di Vali e della sua forza. Desideroso di combattere anche contro di lui, chiese dove fosse. Ma anche Vali in quel momento era assente e Ravana si informò dove potesse trovarlo. Avuta l’informazione, corse sul posto. Vali era sulle rive dell’oceano, assorto nelle sue meditazioni giornaliere. Ma anche in quella posizione si accorse dell’arrivo di Ravana, che si avvicinava minacciosamente. Appena gli fu sufficientemente vicino, Vali lo strinse saldamente sotto le ascelle e spiccò un prodigioso salto in cielo. Nonostante la sua straordinaria forza, Ravana non poteva neanche muoversi, imprigionato da quella stretta ferrea. Pienamente tranquillo, come se con sé non avesse nulla, Vali visitò tutti i tre mari. Ravana capì che Vali era straordinariamente potente e fece amicizia con lui.”
Questa è una sezione del libro “Il Ramayana”, in lingua italiana.
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