Appena Duryodhana uscì dalla sua stanza da letto, Krishna guardò Arjuna con stupore.
“Che sciocchezza hai commesso, amico mio! Hai scelto me nonostante io non abbia intenzione di impugnare armi, al posto di un esercito pressochè invincibile. Non credi di aver fatto un errore?”
“Non lo penso affatto,” ribattè questi sorridendo apertamente, “perchè conosco la natura trascendentale delle tue attività e so perciò quello che significa averti accanto. Ma nella guerra che ci aspetta vorrei che tu assumessi un ruolo speciale, per soddisfare un desiderio che ho sempre avuto e che spero tu voglia esaudire.”
“Dimmi cosa posso fare.”
“Ho sempre sognato di scendere sul campo di battaglia con te alla guida del mio carro. La guerra è oramai vicina e difficilmente potrà essere evitata: se tu vorrai condurmi fra le file nemiche, io considero questa guerra già vinta.”
In quel momento entrò Satyaki con la notizia che Kritavarma avrebbe combattuto contro di loro.
I giorni che passavano rendevano sempre più chiara una cosa: quella guerra avrebbe causato una spaventosa carneficina fra amici e parenti, ragion per cui si doveva fare il possibile per evitarla.
I tre partirono alla volta di Upaplavya.
Questa è una sezione del libro “Maha-Bharata Vol. 1”, in lingua italiana.
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