Krishna decise allora di far costruire una fortezza eccezionale in un luogo dove nessun bipede, uomo o asura che fosse, avrebbe potuto raggiungerla. Là si sarebbe rifugiata la Sua famiglia, al sicuro da ogni pericolo, mentre Lui avrebbe combattuto liberamente contro il nemico. Sembra che Dvaraka facesse parte un tempo del regno di Mathura, perché lo Srimad-Bhagavatam c’informa che Krishna fece costruire la Sua fortezza in mezzo al mare. Ancora oggi si possono vedere nella baia di Dvaraka le rovine di questa fortezza.
Prima di tutto Krishna fece innalzare, nell’oceano, una possente muraglia che racchiudeva una superficie di 249 chilometri quadrati. Il progetto e la costruzione di questa favolosa opera furono affidati a Visvakarma; nessun altro architetto, infatti, avrebbe potuto erigere una fortezza simile, e per di più sul mare; ma Visvakarma, l’ingegnere dei deva, è in grado di creare capolavori strabilianti in qualsiasi parte dell’universo. Dopotutto, se pensiamo agli enormi pianeti che fluttuano senza peso nello spazio secondo l’ordine cosmico stabilito dal Signore Supremo, la costruzione di una fortezza di 249 chilometri quadrati in mezzo all’oceano non ci sembrerà poi un’impresa così straordinaria.
Lo Srimad-Bhagavatam ci descrive questa nuova città costruita sul mare, fortezza inespugnabile, Dvaraka: una rete di viali, strade e vicoli s’intersecavano armoniosamente con sentieri e giardini ricchi di kalpa-vrksa, gli alberi dei desideri, alberi speciali che si trovano solo nel mondo spirituale e che non hanno niente in comune con gli alberi che crescono quaggiù — ma per volontà del Signore Supremo tutto è possibile, anche piantare alberi dei desideri in una città marina. Ad accrescere la ricchezza di Dvaraka c’erano portali immensi di squisito gusto artistico, i gopura, — che ancora oggi si possono ammirare nei maggiori templi — , e magnifici palazzi che s’innalzavano fin quasi a toccare il cielo. Sui portali e sui palazzi splendevano giare d’oro per l’acqua (kalasa), poste lassù in segno di buon augurio. Di giare ricolme d’oro, d’argento e di cereali erano piene anche le cantine di ogni dimora, e altre giare d’oro colme d’acqua erano state poste qua e là nelle stanze. Le camere da letto erano incastonate di pietre preziose e i pavimenti erano mosaici di gemme marakata. In ogni casa, poi, era presente la murti di Visnu, adorata dai discendenti di Yadu. Ogni quartiere ospitava uno dei quattro varna — brahmana, ksatriya, vaisya e sudra — , indice che la divisione della società in differenti varna esisteva già a quell’epoca. Al centro si ergeva il palazzo del re Ugrasena con i suoi annessi, splendida città nel cuore della grande città.
Dal Libro di Krishna
#Dvaraka
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