Tutto sembrava andare per il verso giusto. Ruru era felice, e anche Pramadvara, i loro genitori e i loro amici lo erano. Ma il destino aveva in serbo qualcosa di diverso.
Pochi giorni prima delle nozze, mentre giocava con le sue amiche, spinta da qualche disegno imperscrutabile, Pramadvara non vide un serpente e lo calpesto’. Pensando di essere stato assalito e di essere in pericolo, il rettile si avvolse su se stesso e immerse i denti nella caviglia della ragazza.
Colpita in quella maniera violenta da un serpente velenosissimo, Pramadvara cadde istantaneamente in terra, priva di sensi. Il colore del suo corpo perse rapidamente di colore e la bellezza l’abbandono’. In pochi istanti Pramadvara mori’, lasciando quell’involucro fisico che l’aveva ospitata per qualche anno.
Le sue amiche avevano visto quella scena tragica e gridarono allarmate. Per il frastuono tutti accorsero, parenti, amici e anche sconosciuti. Al pianto si uni’ la disperazione. Quella dolce ragazza giaceva sulla terra nuda oramai priva di vita. Pareva che dormisse e dopo qualche minuto la bellezza torno’ nel suo viso, divenendo ancor piu’ affascinante di quando era in vita.
Suo padre adottivo e i santi asceti la videro immobile in terra, quel corpo oramai privo della capacita’ di fare alcunche’.
La voce della morte di Pramadvara si diffuse in tutta la foresta e inizio’ una processione di saggi e gente comune che vennero a porgere omaggi alla povera ragazza. Alcuni si sedettero al suo fianco. Vennero Svastyatreya, Mahajana, Kushika, Sankhamekhala, Uddalaka, Katha, il famoso saggio Sweta, Bharadwaja, Kaunakutsya, Arshtishena, Gautama, Pramati, e il figlio di Pramati, Ruru, che doveva sposarla in pochi giorni. Molta altra gente arrivo’.
Vedendola sopraffatta dal veleno del rettile tutti piansero lacrime amare.
Questa è una sezione del libro “Il sacrificio dei serpenti”, in lingua italiana.
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