L’apparizione del Radha-Kunda 

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Perché i devoti del Radha-Krishna considerano questo laghetto
il luogo più sacro di tutto l’universo.

di Amala Bhakta dasa

 

Estratto dal racconto biografico Krishna: Il Mistico Supremo. Questo estratto si basa sul commento al verso 10.36.16 dello Srimad Bhagavatam di Srila Visvanatha Cakravarti Thakura.

Al crepuscolo in un prato vicino alla collina Govardhana, il demone Aristasura aveva assunto la forma di un toro e, seguendo gli ordini del re Kamsa, aveva cercato di uccidere Sri Krishna. Invece il Signore aveva ucciso lui. Poco prima di essere attaccato, Krishna stava parlando con le sue amiche, le gopi di Vrindavana che avevano provato un forte spavento per il rabbioso muggito del demone.
Krishna passeggiando si avvicinò a loro pronto ad iniziare la danza rasa durante la quale le ragazze formavano un cerchio. Krishna prodigiosamente riproduceva il Suo corpo fra ogni coppia di ragazze e tutti insieme estaticamente danzavano e danzavano. Le gopi, ora libere dalla paura di Aristasura, erano in un stato d’animo giocoso e scherzoso.

Quando Krishna cercò di mettere un braccio intorno alle spalle di una di loro, lei trasalì e indietreggiò dicendo: “Penso che ora non toccherai nessuna di noi ora”. Krishna sorrise. “O? E perché no?”
“Ebbene, tu hai appena ucciso un toro e per le Scritture un toro è sacro come una mucca.”
“Vero. Ma quel toro in realtà era un demone.”
“Non importa”, disse un’altra ragazza. “Egli aveva tuttavia un corpo di toro e così uccidendolo hai commesso un terribile peccato.”
“Davvero?” sorrise Krishna, continuando a scherzare con loro.
“Certamente ed ora sei contaminato.”
“Che cosa terribile!” disse Krishna con un’espressione seria. “Cosa dovrei fare allora?”
“Dovresti espiare il Tuo peccato”, disse una terza gopi.
“Espiare?” chiese inarcando le sopracciglia.
Tutte annuirono fermamente, mentre avevano voglia di ridere e cercavano di trattenersi.
“Ma come?” La prima gopi disse: “Io penso che dovresti immergerti in tutti i fiumi sacri del mondo.” Le altre gopi annuirono.
“In tutti i fiumi?” chiese Krishna. “Sì”, ridacchiarono le ragazze. “In tutti.”
“Ma ci vorrebbe troppo tempo, lo ho un’idea migliore.”
“Quale?” chiesero.
“Invece lo porterò qui tutti i fiumi.” “Come puoi farlo?” chiese scettica la seconda gopi.
“Guarda.”
Krishna volse loro le spalle e con il Suo tallone fece un buco nel terreno. Poi ordinò: “O fiumi sacri, per favore venite qui immediatamente!”
In pochi secondi le personificazioni di tutti i fiumi sacri apparvero lì in piedi, con le mani giunte e la testa china. Gli uomini erano a petto nudo ma vestiti con ricchi dhoti, mentre le donne indossavano lussuosi sari.

Krishna si rivolse alle gopi. “Vedete? Sono tutti qui.”
Le ragazze sebbene fossero sbalordite Lo schernirono: “Noi non vediamo nessuno.”
Allora Krishna disse ai fiumi: “Per favore volete presentarvi?”
Ogni fiume disse il proprio nome: Ganga, Yamuna, Saraswati, Sarayu, Sona e Sindhu. Le gopi si guardarono l’un l’altra dubbiose. Quelle persone erano davvero quei fiumi?
Poi il buco che Krishna aveva fatto col il Suo tallone improvvisamente si allargò in una grande cavità e le personificazioni di tutti i fiumi vi entrarono felicemente, manifestando ognuno la propria forma d’acqua. Ora era un laghetto sacro, bello e invitante.
Krishna vi entrò e Si bagnò fino al collo, immerse la testa varie volte e poi uscì asciugandoSi con le mani il corpo scuro luccicante.
“Bene, ora sono completamente purificato.” Egli sorrise. “Non dovete più temere.”
Le ragazze ridacchiarono sapendo che comunque non dovevano più preoccuparsi.

“Ma guardatevi”, disse Krishna ironicamente affabile, indicandole.
“Cosa vuoi dire?” chiesero alcune. “Tutte voi siete contaminate.” “Noi?” risposero alcune incredule. “Sì voi!”
“No, noi non abbiamo toccato il toro”, disse la seconda ragazza. “Tu l’hai fatto.”
“Vero, ma voi non avete mai compiuto nessuna attività religiosa per il piacere del signore Brahma. E ciò vi rende impure.”
Allora, la favorita di Krishna, Srimati Radharani, si girò verso le Sue amiche dicendo: “Va bene, se siamo impure, ci purificheremo.”
“Come?” chiese la terza gopi.
“lo farò un laghetto anche migliore di quello di Krishna e ci bagneremo tutte lì.”
“Ma dove?” chiese la seconda gopi. “SeguiteMi.”
Seguita da Krishna, Radharani sicura di sé, portò le sue amiche poco lontano da lì. Esse notarono che gli zoccoli di Aristasuraa avevano scavato un fosso poco profondo proprio ad ovest del laghetto di Krishna e Radharani decise di farci il Suo laghetto.
“Incominciamo a scavare”, disse alle Sue amiche.

Esse si chinarono e cominciarono a prendere zolle di terra soffice e a metterle da una parte. Dopo un’ora soltanto avevano scavato una grande cavità. Krishna era stupefatto dalla rapidità con cui avevano scavato.
Quando le gopi ne uscirono, il Signore generosamente disse loro: “Potete riempire questa cavità con l’acqua sacra del Mio laghetto.”
” Del Tuo laghetto?” chiese Radharani con sussiego.
“Sì, perché no?”
“Perché il Tuo è contaminato. Quando Ti sei immerso, vi hai lasciato il peccato di aver ucciso il toro. lo non lo voglio nel Mio laghetto!”
Krishna scoppiò in una sonora risata. “Allora da dove prenderete l’acqua sacra?”
“Dal lago Manasi Ganga che è qui vicino. Ne porteremo qui molti recipienti pieni.”
Krishna si ricordò che un po’ di tempo prima Egli aveva meditato sul sacro fiume Gange, che era ad una considerevole distanza da Vrindavana e per miracolo l’aveva fatto apparire lì sotto la forma di lago. Per questo fu chiamato Manasi Ganga (“il Gange creato dalla mente di Krishna). Ma ora Krishna voleva risparmiare a Radharani e alle Sue amiche la dura fatica di trasportare migliaia di secchi d’acqua da là fino a lì. Allora fece un cenno al Suo laghetto da cui subito emerse un rappresentante di tutti i fiumi sacri. Questi giunse le mani e, con le lacrime agli occhi, chinò la testa fino a terra davanti a Radharani e con devozione Le rivolse delle preghiere.

L’atteggiamento scherzoso di Radharani diventò serio. Si rese conto che stava rivolgendosi a Lei per un motivo sacro.
Stando in ginocchio il rappresentante dei fiumi sacri disse: “O Dea, anche coloro che conoscono bene le Scritture, come Brahma e Siva, non possono capire le Tue glorie. Questo è possibile solo a Krishna, che è lo scopo più elevato di tutti gli sforzi umani. Perciò Egli vuole essere sicuro che quando sarai affaticata, possa toglierTi di dosso il sudore. Ciò Lo renderebbe molto felice.”
Radharani dette a Krishna un’occhiata piena di gratitudine e poi rivolse nuovamente la Sua attenzione al rappresentante dei fiumi.
“Appena Krishna ce l’ha ordinato, siamo venuti qui, a vivere nel Suo bellissimo laghetto, ma noi tutti abbiamo un desiderio che potrà essere soddisfatto soltanto se Tu sarai soddisfatta di noi.”
Radharani gentilmente chiese: “Sì? E qual è?”
“Noi desideriamo venire nel Tuo laghetto, perché solo allora le nostre vite saranno coronate dal successo.” Con un grazioso sorriso, Radharani rispose: “Va bene. Per favore entrateci.”
Le Sue amiche annuirono sentendosi immensamente felici. In quel momento tutti i fiumi sacri del laghetto di Krishna ruppero gli argini di terra nerastra e subito fluirono nel laghetto di Radharani colmandolo. Questo spostamento provocò un rumore simile a quello di un fiume in piena durante una forte tempesta di pioggia.
Poiché a Radharani piacque molto vedere questo, Krishna parlando seriamente disse: “Mia cara Radharani, desidero che il Tuo laghetto diventi più famoso del Mio. Verrò sempre a fare il bagno qui e a divertirMi con i giochi d’acqua. In verità, questo laghetto è caro a Me quanto a Te.”

Radharani ne rimase profondamente commossa e rispose: “Anch’Io e le Mie amiche verremo a fare il bagno nel Tuo laghetto, anche se ucciderai centinaia di Aristasura. E chiunque si bagnerà nel Mio laghetto con intensa devozione o si fermerà sulle sue sponde sicuramente Mi diventerà molto caro.”
“E sarà caro anche a Me”, aggiunse Krishna. “Ed lo gli darò certamente le mie benedizioni.”
Quando l’oscurità li avvolse, Krishna e le gopi formarono un cerchio ed iniziarono la danza rasa. Krishna somigliava ad una nuvola carica di pioggia e Radharani al bagliore del lampo. Mentre danzavano, venivano completamente sommersi da una luminosa felicità trascendentale. Da quella notte in poi, il laghetto (kundha) di Radharani sarebbe stato chiamato #Radha Kunda e quello di Krishna #Syama Kunda. E chiunque si bagni anche una sola volta nel Suo laghetto o faccia servizio devozionale sulle sue sponde, per misericordia di Radharani, svilupperà puro amore per Krishna. Questo amore culminerà in una ininterrotta estasi divina e perciò Radha Kunda è diventato famoso come il luogo di pellegrinaggio più elevato del mondo.
Per questa ragione, un numero infinito di pellegrini viaggiano per molti chilometri solo per bagnarsi nelle sue acque sacre da cui ricevono elevazione spirituale.

Amala Bhakta Dasa, noto per le sue registrazioni dei libri della coscienza di Krishna, è l’autore di La vita di Tulasi Devi, Racconti mistici del Mahabharata e Racconti mistici dallo Srimad-Bhagavatam.

 

 

 

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