Sauti disse:
Mediante studi approfonditi ho appreso tutte le scienze che furono precedentemente studiate da saggi dall’anima nobile come Vaisampayana. Per la loro grazia costoro insegnarono le stesse ai loro discepoli. Mio padre ascolto’ i Purana da lui e poi li insegno’ a me.
Oh Bhargava[1], ascolta le storie sacre della razza di Bhrigu che sono riverite da Indra e da tutti gli altri Deva, dai Rishis e dai Marut[2]. O grande Muni[3] io ti raccontero’ ora la storia di questa famiglia esattamente come viene riportata dai Puranas[4].
Molto tempo fa, durante Satya-yuga[5], Prajapati Daksha ebbe due figlie dotate di una bellezza sovrannaturale. Il loro nome era Kadru e Vinata e divennero le mogli di Kasyapa Muni.
Kasyapa derivo’ grande piacere dalle due mogli ed era contento e soddisfatto.
“Oh mogli mie,” un giorno disse loro. “Avete allietato la mia vita aiutandomi in qualsiasi cosa necessitassi. Grazie di tutto. Chiedetemi un dono. Sono pronto a darvi qualsiasi cosa.”
Kadru rispose:
“Signore, io desidero avere mille figli dalla forma di serpenti tutti di eguale splendore.”
Kasyapa disse:
“Avrai cio’ che desideri.”
Vinata, che voleva avere qualcosa di piu’ importante della sorella, disse:
“Signore, io voglio solo due figli ma devono essere mille volte piu’ potenti e splendenti della progenie di Kadru.”
“Avrai cio’ che desideri,” ribatte’ Kasyapa, “ma devi stare attenta che gli embrioni dei tuoi figli non vengano danneggiati.”
Poco tempo dopo Kasyapa si ritiro’ da solo nella foresta, lasciando le due mogli contente delle benedizioni ricevute.
Dopo molto tempo Kadru partori’ mille uova e Vinata due. Le loro attendenti le depositarono in vasi separati contenenti un liquido tiepido.
Trascorsero cinquecento anni.
Le uova di Kadru si dischiusero e la sua progenie vide la luce. Ma i gemelli di Vinata ancora non apparivano. Vinata era colta dalla gelosia nel vedere Kadru con cosi’ tanti figli amorevoli e, in preda alla fretta, ruppe una delle uova. Dentro vide un embrione sviluppato solo nella parte superiore.
Il neonato le parlo’ con voce arrabbiata:
“Madre, perche’ hai rotto il guscio? In questo modo non mi hai permesso uno sviluppo normale. Hai agito come una serva priva di controllo delle tue impazienze. Per questo motivo, puoi esserne certa, diventerai una schiava. Ora attendi altri cinquecento anni, non distruggere o danneggiare l’altro uovo, perche’ sara’ proprio l’altro tuo figlio, mio fratello, che ti liberera’ dalla schiavitu’. Dai all’uovo tutte le cure possibili e anche dopo la sua nascita curatene in ogni maniera.”
Il neonato, che aveva il corpo di un’aquila, sorse in cielo e scomparve alla vista di tutti.
Questi altri non era che l’illustre guidatore del carro di Surya[6] che si nota sempre nelle ore mattutine.
Passarono altri cinquecento anni e il secondo uovo si schiuse naturalmente. Cosi’ nacque Garuda, nato per la distruzione dei serpenti.
Non appena vide la luce la grande aquila senti’ fame e ando’ a cercare il cibo assegnatogli dal grande architetto del creato.
[1] Discendente di Bhrigu, si rivolge a Saunaka Rishi
[2] I semidei del vento
[3] Saggio, colui che non parla o che parla solo di soggetti spirituali
[4] I libri di storia vedici
[5] L’eta’ dell’oro, la prima di un ciclo di quattro
[6] Il Deva del Sole
Questa è una sezione del libro “Il Sacrificio dei Serpenti”, in lingua italiana.
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