Svayambhuva Manu sapeva che un’incarnazione della Suprema Personalità di Dio sarebbe nata dall’unione della sua prima figlia, Akuti, con il grande saggio Ruci. A lui concesse la figlia in sposa a patto che il primogenito, nato dalla loro unione, fosse vissuto con loro e considerato loro figlio.
Accettata la condizione, il potente brahmana Ruci fece generare simultaneamente dalla moglie Akuti due figli, un maschio e una femmina. Il maschio si chiamava Yajna (detto anche Suyajna) ed era una incarnazione di Vishnu; la femmina si chiamava Dakshina ed era una parziale incarnazione di Lakshmi. Svayambhuva fu molto felice e portò via con sé Yajna, mentre Dakshina rimase col padre naturale. In seguito i due si unirono e generarono dodici figli.
I loro nomi sono: Tosha, Pratosha, Santosha, Bhadra, Shanti, Idaspati, Idhma, Kavi, Vibhu, Svahna, Sudeva e Rocana.
Essi diventarono gli esseri celesti principali del periodo di Svayambhuva Manu e si chiamarono Tushita.
Da costoro e dai Rishi, capeggiati da Marici, provennero sei tipi di entità viventi che riempirono l’universo di persone virtuose.
Manu, Deva, Manu-putra, Amsavatara, Sureshvara e Rishi.
Poiché a quel tempo nessuno era qualificato per ricoprire il ruolo di re dei Deva, Yajna stesso divenne Indra, proteggendo così i pianeti superiori e l’universo intero. Svayambhuva Manu lo chiamò Hari (che significa protettore delle genti). Una volta egli difese Svayambhuva stesso dai Rakshasa e da altri demoni che, vedendolo in trance e avendo molta fame, volevano divorarlo. Aiutato dai figli e da altri esseri celesti, Yajna liberò i mondi da numerosi demoni.
Questa è una sezione del libro “Storie e cronologia dei Purana”, in lingua italiana.
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