Jiva Gosvami continua a fornire prove che le parole di Karabhajana intendevano predire la discesa di Gauranga Mahaprabhu. L’espressione sangopangastra-parsadam è composta da anga, parti della propria persona, upanga, ornamenti, astra, armi e parsadam, compagni e servitori. Tale descrizione non sembrerebbe adattarsi perfettamente a Caitanya Mahaprabhu, eppure il Gosvami (sostenuto da Baladeva Vidyabhusana) dice che gli anga sono Nityananda e Advaita (notoriamente incarnazioni di Maha-Visnu e di Balarama); gli upanga sono i Suoi devoti, come ad esempio Srivasa; gli astra sono il nome di Krishna, efficace nella distruzione dell’ignoranza; i parsadam sono i devoti come Gadadhara e altri numerosi fortunati compagni che hanno vissuto la Gaura-lila insieme a Lui . Infatti, mentre in altre ere talvolta il Signore usa le armi per affermare i principi religiosi (eliminando fisicamente gli elementi di disturbo), in Kali-yuga Sri Caitanya usa solo il Nome per distruggere “le tenebre nate dall’ignoranza”.
Ma l’espressione che eliminerà ogni dubbio sull’identità dell’Avatara dell’era di Kali sarà proprio sankirtana-prayair, la gioia di riunirsi insieme ad altri devoti in grandi gruppi per cantare ferventi preghiere devozionali a Krishna. E questo è stato l’insegnamento fondamentale di Sri Gauranga, di cui ha dato il migliore esempio possibile. Cade dunque ogni dubbio che la personalità divina di cui Karabhajana parlava possa non essere Sri Caitanya. Le persone intelligenti (sumedhasah) si rivolgeranno a Lui per ottenere sollievo dalle pene e dalle incertezze dell’esistenza materialistica, pallida ombra della Realtà vera.
Questa è una sezione del libro “Tattva Sandarbha di Jiva Gosvami”, in lingua italiana.
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