Le preoccupazione dei Deva

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Nei pianeti celesti, quei mondi dove la vita è priva degli affanni di cui invece è piena la nostra, in quel periodo c’era molta preoccupazione. Gravi problemi assillavano la loro lunga e fortunata esistenza. In coincidenza con lo svolgimento del sacrificio di Dasaratha, Brahma ricevette la visita dei Deva principali. Sembravano preoccupati, quasi ansiosi. Era evidente che un grave problema li assillava e che venivano a chiedere aiuto al loro padre.

“Oramai non c’è più limite ai soprusi che il terribile Raksasa Ravana sta infliggendo all’umanità intera. Regni distrutti, città rase al suolo, mucche e saggi trucidati, donne rapite e violentate. E molto di più. Noi non possiamo nulla contro la potenza di quell’essere malvagio, che tu hai reso invincibile. Ti preghiamo, intervieni e ristabilisci la pace e la serenità.”

“Voi sapete come io,” rispose Brahma, “abbia benedetto Ravana a essere praticamente invulnerabile, realmente invincibile. Egli non può essere ucciso da nessuno. Questo è dunque un grave problema sul quale ho già meditato a lungo, ma non sono ancora riuscito a trovare una soluzione. Solo un essere della specie umana potrebbe ucciderlo, ma non esiste un uomo tanto potente. E nessuno di noi Deva può fare niente contro di lui. Ma bisogna trovare una soluzione. L’emergenza è della massima gravità. Ho quindi preso la decisione di rivolgermi a Vishnu, il Signore Supremo. Sono certo che Egli ci aiuterà a porre fine a questo incubo.”

Brahma si chiuse in una profonda meditazione: aveva un aspetto così solenne e imperturbabile che sembrava che nulla potesse scuoterlo. Non molto tempo dopo Vishnu apparve.

“Io so quante angherie state subendo dal malvagio Raksasa. Proprio per porre fine alle sue malefatte io, diviso in quattro personalità, apparirò come figli di Dasaratha. In questo modo porrò fine alla carriera sciagurata di Ravana.”

Non appena Vishnu ebbe finito di parlare, una figura celestiale emerse dal fuoco del sacrificio che ardeva ad Ayodhya e parlò, rivolgendosi al re.

La gravidanza delle mogli di Dasaratha 

“Dasaratha, sono stato mandato dai Deva per soddisfare il tuo grande desiderio e necessità. Brahma in persona mi ha incaricato di darti questo succo divino chiamato payasa. Ascoltami: fallo bere alle tue spose ed esse concepiranno delle incarnazioni di Vishnu.”

Dasaratha si alzò e prese il recipiente dalle mani dell’inviato dei Deva, che immediatamente scomparve. E lo porse alla sua prima moglie Kausalya e le disse di berne metà. Poi lo dette alla sua seconda moglie Sumitra e le chiese di bere metà del rimanente. Ciò che rimase lo porse alla terza moglie, chiedendole di fare lo stesso, e cioè di bere la metà di ciò che era rimasto. E l’ultima metà la fece bere ancora a Sumitra. Questo fu il criterio con cui Dasaratha distribuì il succo divino consegnatogli dal messaggero celeste.

Chiari segni di gravidanza furono visibili istantaneamente nelle regine: Narayana, Vishnu, era già entrato nei loro corpi.

 

 

Questa è una sezione del libro “Il Ramayana”, in lingua italiana.

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