Lezione sulla Bhagavad-gita 

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Cari amici e ospiti, benvenuti. Hare Krishna.

Oggi leggeremo e commenteremo il verso 9.14 della Bhagavad-gita, che offre alcune risposte a domande che probabilmente vi siete posti prima di giungere in questo nostro centro.

La Bhagavad-gita, antichissimo testo di filosofia e religione, e’ stata scritta in versetti sanskriti ed e’ stata parlata da Sri Krishna, la Suprema Personalità di Dio, al suo amico e discepolo Arjuna. Dice:

satatam kirtayanto mam 

yatantas ca drdha-vratah

namasyantas ca mam bhaktya

nitya-yukta upasate

“Sempre cantando le mie glorie, sforzandosi con grande determinazione, chinandosi davanti e Me, queste grandi anime perpetuamente Mi adorano con devozione.”

Ho scelto questo verso perche’ la prima riga, satatam kirtayanto mam, mi sembra importante. Significa “sempre cantano le Mie glorie”, dice Sri Krishna. La ragione per cui tutti ci conoscono come “gli Hare Krishna” e’ perche’ vedono sempre i devoti che cantano Hare Krishna per la strada, o quando li incontrano non ricevono un “ciao” o un “buongiorno” ma sempre questo “Hare Krishna”. Hare, Krishna e Rama sono nomi di Dio. Anche il resto del verso e’ emblematico per chiarire il punto di quanto piacere i devoti provino a dire questi nomi. Nel mondo materiale, chi vuole lavorare, chinarsi davanti ad altri, adorare qualcun altro? Al contrario tutti vogliono essere serviti, essere riconosciuti, essere rispettati. Ai devoti invece piace dare tutto questo in offerta a Krishna. E’ un comportamento singolare, ma solo apparentemente.

Le ragioni partono da lontano.

Ci sono due mondi: quello spirituale, fatto di energia eterna, piena di conoscenza e di felicita’, e quello materiale, composto di caratteristiche di natura opposta. Chi si identifica con la dimensione materiale vive nell’illusione (maya) nel senso che sta sbagliando la prima operazione di un lungo problema aritmetico. Se in una equazione sbagliate il primo calcolo, quante possibilita’ avete che il risultato venga giusto? La prima operazione che nella vita umana bisogna fare e’ l’identificazione, cioe’ decidere chi si e’. Il cane decide di essere un cane, quindi comincera’ a fare tutte le cose che si fanno in quella specie. Se l’uomo decide di essere un uomo, nel senso di essere il corpo materiale, ebbene questo e’ l’errore decisivo che rovinera’ la sua intera esistenza. In base a questo errore nato dall’ignoranza (avidya), noi spenderemo l’intera nostra vita alla ricerca affannosa dei piaceri e dei perfezionamenti materiali, con il risultato che il tempo passera’, la morte giungera’, e senza aver trovato ne’ l’uno ne’ l’altro.

La Bhagavad-gita (2.22) e’ molto istruttiva al riguardo:

vasamsi jirnani yatha vihaya

navani grhnati naro ‘parani

tatha sarirani vihaya jirnany

anyani samyati navani dehi

“Come una persona indossa vestiti nuovi abbandonando quelli vecchi, similmente l’anima accetta nuovi corpi materiali, abbandonando quelli vecchi e inutili.”

Il corpo e’ paragonato a un vestito e l’esempio ci sembra appropriato. Il rapporto che c’e’ fra una persona e la propria giacca e’ lo stesso che c’e’ fra noi e il nostro corpo. Questa e’ probabilmente la prima e’ piu’ importante lezione della Bhagavad-gita ma anche della vita umana. Iniziare la propria esistenza con questa impostazione equivale a fare correttamente la prima operazione di un complesso problema matematico. Se ci pensate bene, tutti i guai della vostra vita scaturiscono da questo errore di base.

Noi non siamo il corpo materiale, bensi’ anime spirituali.

La vita dello spirito e’ ben diversa da quella della materia. I pensieri, le emozioni, le esperienze spirituali sono diverse e ben piu’ profonde e reali. Quanto dura un’esperienza materiale? Per quanti secondi potete dire di essere stati felici? E comunque, quanto durera’ ancora il vostro successo materiale?

In accordo ai Veda – la vasta collezione di libri a cui ci riferiamo per trovare una conoscenza priva di difetti – la vita umana inizia nel momento in cui ci si chiede “chi sono io”? Se questa domanda e’ sincera, allora Sri Krisha, che e’ l’Anima Suprema nel cuore di ogni essere, manifesta la Sua misericordia sotto forma del Suo rappresentante, il Maestro spirituale.

Come dice la Sri Caitanya Caritamrita (Madhya 19.151):

brahmanda bhramite kona bhagyavan jiva 

guru-krsna-prasade paya bhakti-lata-bija

“In accordo al loro karma, tutte le entita’ viventi vagano attraverso l’intero universo. Qualcuno di loro e’ elevato ai sistemi planetari superiori, e qualcuno va giu’ nei sistemi planetari inferiori. Tra molte milioni di entita’ viventi, una e’ tanto fortunata da avere l’opportunita’ di associarsi con un Mestro spirituale autentico, e cio’ per la grazia di Krishna. Per la misericordia di entrambi, Krishna e Maestro spirituale, tale persona riceve il seme della pianticina del servizio devozionale.”

Per cominciare a camminare sul sentiero della vita spirituale, trovare un maestro spirituale autentico (Guru) e’ obbligatorio. Infatti, come potremmo imparare una qualsiasi scienza senza l’aiuto di un insegnante? E la scienza del ritorno a Dio e’ molto piu’ complessa di qualsiasi scienza materiale, senza l’aiuto di una guida.

Trovata la guida autentica, se si seguono le sue istruzioni si accede al mondo della trascendenza e si trova una vita intera paragonabile a un tesoro inestimabile. La gemma piu’ importante e’ l’Amore per Krishna, il quale ci fa diventare cosi’ interiormente esuberanti da non voler mai separarsi da Lui. Per questo “satatam kirtayanto mam”, i devoti sempre cantano i nomi di Krishna: non vogliono separarsi da Lui nemmeno un momento. Ma voi direte, “quello e’ solo il nome, ma la persona dove e’?” Ebbene, nelle scritture vediche e’ detto che in questa epoca di degradazione Sri Krishna ha messo tutte le Sue potenze in questi nomi. E’ Sri Caitanya Mahapabhu stesso a dircelo:

namnam akari bahudha nija-sarva-saktis

tatrarpita niyamitah smarane na kalah 

etadrsi tava krpa bhagavan mamapi 

durdaivam idrsam ihajani nanuragah

“O mio Signore! Il Tuo santo nome da solo puo’ dare ogni benedizione alle entita’ viventi e per questo Tu hai centinaia e milioni di nomi, come Krishna e Govinda. In questi nomi trascendentali Tu hai investito tutte le Tue energie trascendentali, e non ci sono regole strette e difficili per cantare questi santi nomi. O mio Signore! Tu hai fatto l’avvicinamento a Te facile grazie ai Tuoi santi nomi, ma sfortunato come sono, io non ho attrazione per essi.”

(Siksastaka 2)

Come si legge in modo chiaro da questa bellissima preghiera, il Signore ha posto tutto se stesso nei Suoi nomi. Dunque cantarli, recitarli o ricordarli equivale a stare in Sua compagnia.

Nei centri dedicati alla nostra filosofia principalmente si canta Hare Krishna. Non e’ difficile. E’ un metodo semplice e allo stesso tempo sublime di ritrovare la nostra perduta identita’ spirituale. Provate, dunque. Frequentate i nostri centri e vi accorgerete come la vostra vita diventera’ sublime.

Hare Krishna

Manonatha Dasa

 

Questa è una sezione del libro “Il Microfono di Dio”, in lingua italiana.

Per acquistare il libro completo, clicca qui sopra

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