L’aspetto peggiore di questa teoria è che non ha basi in nessun documento redatto in India. Né i Veda, né i Purana, né le Upanishad, né alcun altro scritto tradizionale menzionano neppure lontanamente una invasione di quel genere. Eppure avrebbe dovuto essere un avvenimento di enormi proporzioni, che avrebbe causato la migrazioni di milioni di persone. Le Itihasa Vediche non sono avare di narrazioni di guerre e avvenimenti disastrosi, per cui non si vede la ragione di tacere proprio su quello che avrebbe condizionato il corso della storia di buona parte del pianeta. Tanto più che gli autori di quei testi sarebbero i vincitori e non gli sconfitti. Oramai tutti i maggiori studiosi del campo, anche quelli che non tengono in eccessivo riguardo la cultura Vedica, cominciano a manifestare seri dubbi. Appare chiaro che questa fu un’idea partorita dalle necessità politiche del XIX secolo, una storia inventata di sana pianta per servire i fini della politica imperialista europea (tedesca e britannica in particolare). Gli inglesi avevano tutto l’interesse a dividere la società indiana su linee etniche e religiose da una parte e facilitare il tentativo di cristianizzare l’India dall’altra. Hanno imposto questa versione della teoria nel curriculum delle scuole, sapendo che le cose imparate in gioventù hanno una presa maggiore nella psiche umana. La cosa che lascia tuttavia sorpresi è che ancora oggi, dopo decenni dalla conquista dell’indipendenza, venga ancora insegnata nelle scuole indiane e che i docenti non siano affatto disposti ad emendare i testi scolastici.
Questa è una sezione del libro “L’Invasione degli Aryani in India ”, in lingua italiana.
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