Sri Chaitanya nel seguire lo Srimad Bhagavatam rigetta questo ideale della personalità umana. Lo sviluppo dei poteri del corpo che non è anima e della mente, secondo lui, non ha comunque connessioni con l’anima individuale propriamente detta, che è collocata al di sopra delle attività e delle esperienze della nostra attuale ingannevole esperienza. La mente è un organo dell’anima, che può essere in questa esistenza sotto la protezione della materia, con il consenso del suo proprietario. Questa innaturale e, a quanto sembra, impossibile unione fra spirito e materia è il mistero che ha confuso tutti gli sforzi nella spiegazione della scienza empirica. Il principio di causalità che rappresenta il fondamento del metodo induttivo non è da considerarsi valido per un fatto di tale ampiezza. Lo spirito si è mischiato con la materia, con la quale non ha niente in comune e, di fatto, si convince che tutte le sue affinità sono in connessione con il limitato e l’inconscio, che rappresenta il “non spirituale”.
Tutti gli schemi della scienza empirica hanno aggirato questo problema per l’evidente motivo che è incomprensibile alle risorse conosciute alla nostra attuale ragione o esperienza.
Ma la loro ignoranza su questo soggetto continua non di meno ad essere una mancanza fatale, che vizia tutte le conclusioni alla loro fonte.
Questa è una sezione del libro “Il Principio Erotico e la Pura Devozione”, in lingua italiana.
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