Il carattere violento e vendicativo prevalse sulla ragione e Ravana gridò ai suoi assistenti di preparare il carro di battaglia. Con quello tornò da Maricha. Vedendolo arrivare, Maricha capì che un fosco avvenire di tragedie si apriva per la razza nella quale era nato. Stavolta Ravana non era venuto per un consiglio.
“Ho preso la mia decisione,” disse con voce imperiosa. “Io rapirò Sita e distruggerò Rama. Non sono un vigliacco: io sono il monarca della razza più potente del mondo. Niente mi spaventa. Perché dovrei temere un uomo qualsiasi, per quanto valoroso, come è questo Rama?”
Maricha fece l’ultimo tentativo per salvare la situazione. Grazie ai poteri che con le sue austerità aveva ottenuto, poteva vedere la morte e la distruzione che sarebbero state causate dalla stupidità e dalla vanità di Ravana.
“Chi ti ha dato consigli così poco saggi? Un re con cattivi consiglieri, per quanto potente, è destinato alla rovina. Credimi. Toccare Rama è come toccare inavvertitamente un serpente velenoso: la conseguenza di un simile errore è la morte. Non cedere all’orgoglio. Torna alla tua città e goditi la vita.”
Ma Ravana era deciso.
“Maricha, questa volta non sono venuto a chiederti un consiglio, ma per darti un ordine. Tu devi aiutarmi. E sappi che se non lo farai ti ucciderò io stesso. Pensaci bene, quindi, prima di rifiutare.”
Maricha capì che tutto era inutile e che Ravana non poteva essere salvato. Ma ora vedeva che la sua vita era in pericolo comunque, e non aveva scampo. Pensò che era meglio essere uccisi da Rama piuttosto che da Ravana.
“Sono convinto che tu stia commettendo un grave errore, e presto te ne pentirai amaramente. Ma ti aiuterò. Dimmi cosa devo fare.”
Ravana era molto affezionato a Maricha e non gli sarebbe piaciuta l’idea di ucciderlo. Così, soddisfatto della decisione presa dall’amico, sorrise crudelmente.
“Noi andremo da questa gente oggi stesso. Devi trasformanti in un meraviglioso cervo dorato, bello come mai se ne sono visti in questo mondo, e sotto queste sembianze devi farti vedere da Sita, che chiederà a Rama di inseguirti e catturarti. Tu fuggirai facendoti rincorrere per molto tempo. Quando sarai abbastanza lontano devi gridare aiuto, imitando la voce di Rama. Sicuramente Sita si spaventerà e manderà Laksmana in suo aiuto. Quando sarà rimasta sola io la rapirò e la porterò a Lanka. Maricha, fa questo per me. Non desidero altro, ora, che vedere Sita in mio potere e vendicarmi dell’affronto fatto a mia sorella e ai miei parenti e amici di Janasthana.”
A malincuore Maricha accettò, ma si sentiva come un agnello che entrava nella tana di un lupo.
Questa è una sezione del libro “Il Ramayana”, in lingua italiana.
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