Negli anni che seguirono, uccise sette dei suoi figli, tutti allo stesso modo, annegandoli nel fiume.
E arrivò l’ottava gravidanza. Quando il bimbo nacque, la regina lo prese e con calma agghiacciante si diresse verso il fiume, con l’evidente intenzione di affogare anche quel neonato. Ma Santanu non riuscì più a tollerare l’orrore che lo pervadeva.
“Ora basta,” le gridò. “Cosa fai? Che mostro sei? Perché uccidi i nostri figli? Io non capisco perché commetti questi crimini, ma ti impedirò di uccidere ancora.”
Tuttavia anche lui si rendeva conto che doveva esserci un mistero dietro quei comportamenti strani. Infatti la regina, nonostante la violenta sfuriata, non manifestò nessuna delle reazioni che una persona normale ha in tali circostanze. Non reagì in nessuna maniera, aveva solo l’aria triste, dispiaciuta.
“Mi dispiace di averti fatto soffrire,” disse lei con la solita voce suadente, “ma c’è una ragione a tutto questo. Credimi. Una volontà superiore a noi tutti mi ha forzata a uccidere i nostri figli.”
Si interruppe, guardandosi attorno.
Questa è una sezione del libro “Maha-Bharata Vol. 1”, in lingua italiana.
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