Introduzione di Sri Bhaktivinoda Thakura
Parole di illuminazione
Prabodhini Katha
Questo non è un libro ordinario. Solo coloro nel cui cuore è apparsa sraddha, ferma fede[1] in Sri Caitanya, che hanno preso rifugio nel Santo Nome e hanno fede nella bhakti, possono capire questo libro. Tra i vari tipi di sadhana-bhakti, tutta la perfezione si ottiene prendendo rifugio nel Nome e questo è il passo più importante per il sadhaka. Queste istruzioni di Sriman Mahaprabhu si trovano nel Suo Siksastaka. Sri Mahaprabhu nominò Hari Dasa Ṭhakura come l’acarya di questi insegnamenti.
Libri autorevoli affermano che Srila Hari Dasa Thakura nacque in una famiglia di yavana[2]. Questo lo sappiamo per certo. Hari Dasa accettò la sua nascita in un villaggio rurale chiamato Budhana. Dopo qualche tempo, a causa del suo precedente samskara[3] si senti’ attratto ad hari-bhajana. Lasciando la sua casa, costruì un piccolo kutira[4] nella foresta di Benapula e visse lì, costantemente impegnato nama-sankirtana e smarana. Poiché alcune persone ostili si opposero a lui e alle sue pratiche, Hari Dasa lasciò quel luogo e andò a vivere sulle rive del Ganga.
Alcune persone malvage mandarono una prostituta[5] per corromperlo, ma lei ascoltò Hari-nama dalla bocca di Hari Dasa e alla fine divenne una devota. Le offrì il suo kutira a Benapula e poi Hari Dasa lasciò quella zona.
Cantando in continuazione Hari-nama, attraversò il Ganga e giunse a Saptagrama dove visse nella casa di Srila Yadunandana Acarya. In quel villaggio, e nell’associazione degli Acarya, partecipò agli incontri ospitati da Sri Hiranya e Govardhana che erano proprietari terrieri con il titolo di Majumdar. Ebbe molti dibattiti che trattavano delle glorie di Sri Nama con un brahma bandhu[6] chiamato Gopala Cakravarti. Hiranya e Govardhana non gli permisero di continuare a fare lavori di brahmana e poi costui, Gopala Cakravarti, si ammalo’ di lebbra. La causa fu le numerose Vaisnava-aparadha[7]. A quel tempo, il figlio di Govardhana, Raghunatha Dasa, che era molto giovane, per la misericordia di Hari Dasa fu attratto al sentiero del Vaisnavismo.
Quando seppe delle sofferenze di Gopala Cakravarti, Hari Dasa si sentì rattristato e lasciò quel luogo. Andò a risiedere nella casa di Srimad Advaita Prabhu a Phuliyagrama e si esibì nirjana-hari-bhajana[8] in una grotta sulle rive del Ganga. In genere un devoto detesta la fama e vuole rinunciare all’associazione di persone mondane, ma le glorie di un devoto non si possono nascondere. Come la sua luce di bhakti si diffuse, la gelosia dei musulmani sorse e Hari Dasa fu arrestato e torturato dai muluk-pati[9]. Hari Dasa era pieno di misericordia per tutti gli esseri viventi. Senza neanche considerare quello che gli avevano fatto, benedisse tutti, lasciò quel luogo e tornò nella sua grotta.
Pochi giorni dopo Mahaprabhu venne in quel luogo santo. In compagnia di Sri Advaita, Hari Dasa incontrò Sriman Mahaprabhu e cercò rifugio ai Suoi piedi. Da quel momento in poi, fu nominato da Mahaprabhu come l’acarya di nama-pracara[10].
In seguito, Mahaprabhu si trasferì a Sri Purusottama[11] e in quel periodo Hari Dasa visse a Siddha Bakula.
Quando Hari Dasa lasciò questo mondo, il Signore stesso lo pose in samadhi in riva al mare e durante la cerimonia svolsero sankirtana e la conclusero con un viraha-mahotsava[12].
Questo è un Lila di Sriman Mahaprabhu, e quei devoti che sono avanzati nella bhakti predicano i Suoi insegnamenti al mondo.
Dopo aver posto alcune domande ad Hari Dasa, il Signore rivelò nama-tattva[13] attraverso la sua bocca. Tutte queste cose sono ampiamente descritte nel Sri Caitanya-caritamrta, Sri Caitanya-bhagavata, e in molti altri libri che descrivono la bhakti.
Essendo stato incoraggiato dai devoti in varie occasioni, ho compilato un’antologia di tutti i libri che descrivono la predica di Sri Hari Dasa su nama-tattva. Ho anche ricevuto alcuni libri sul nostro Hari Dasa da devoti che vivono lontano. Vedendo tra loro scritti di sahajiyas, baulas, e altre affermazioni senza senso, le ho immediatamente scartati. Uno o due di quei libri concordavano con la pura filosofia Vaisnava. In uno dei testi, un rasika ha dato il significato dei sedici Santi Nomi di trentadue sillabe. Sono stato contento di averlo ricevuto e letto. Sembra che Sri Hari Dasa abbia istruito un puro devoto sul Santo Nome e abbia scritto questo libro a nome del suo Gurudeva. Dopo aver letto questi libri, vorrei ringraziare profusamente la comunità di devoti della provincia di Srihatta. In tutti questi libri ho trovato le istruzioni di Hari Dasa in relazione a Hari-nama e sono tutti raccolti in questo libro, Sri Hari-nama Cintamani. Per aumentare la felicità del Niskincana-bhakta[14], abbiamo pubblicato questo libro. Pensiamo che quelli che non sono Niskincanas e coloro che sono esclusivamente devoti al Santo Nome non dovrebbero leggere questo libro, né desideriamo partecipare a dibattiti su questo argomento.
Ci sono molti metodi di sadhana-bhajana, ma il metodo di bhajana dove si prende esclusivo rifugio del Nome è di un solo tipo. Dai tempi di Sri Krishna Caitanya Mahaprabhu, i grandi devoti hanno seguito questo bhajana-pranali[15] che ci è stato spiegato da Sri Hari Dasa. Sin dai tempi antichi, i Vaisnava che risiedono nelle foreste di Vraja hanno seguito questo processo di bhajana, e qualche tempo dopo abbiamo visto con i nostri occhi i bhajananandi. Anche i Vaisnava di Sri Purusottama-ksetra lo hanno seguito. Alla fine di Sri Hari-bhakti-vilasa, Sri Sanatana e Sri Gopala Bhatta Gosvami hanno chiaramente scritto di questo esclusivo bhajana-pranali, consistente nel vivere in un luogo solitario e impegnarsi costantemente in sravana, kirtana e smarana di sri-Hari-nama privo di offese.
Questo Sri Hari-nama Cintamani è un libro scritto con la metrica payara, e anche coloro che non hanno esperienza in sanscrito, incluso donne, bambini e coloro che non conoscono gli insegnamenti di Mahaprabhu possono capire i suoi insegnamenti. È per questo motivo che non ho incluso alcuna citazione sanscrita, che potrebbe causare qualche disturbo. C’è un’altra antologia chiamata Pramana-mala che contiene prove dagli Sastra per ogni frase contenute in questo Hari-nama Cintamani.
Se Sri Krishna lo desidera, presto questo libro sarà pubblicato dai devoti per i devoti.
Un servitore degli akincana
Sri Bhaktivinoda
[1] La parola “fede” si usa per tradurre il termine sanscrito “sraddha”, che viene spiegata alcune volte come accettare qualcosa per un puro sentimento e altre come desiderio iniziale per la vita spirituale. Quando questa è sviluppata, viene un altro livello di sraddha, fede piena incrollabile. Srila Prabhupada spiega questo punto: “Sraddha, per avanzare nella vita spirituale, all’inizio c’è sraddha, la fede. Questa è fede. Sraddha… Non esattamente fede. Sraddha significa rispettoso: “Oh, è bello”. Questo è chiamato sraddha…” (conferenze sullo Srimad-Bhagavatam, 1972). Inoltre “il primo stadio iniziale è chiamato sraddha, o attrazione verso il Signore Supremo…” (Srimad-Bhagavatam 1.6.16, spiegazione)
[2] In genere si chiamano Yavana coloro che non sono parte della cultura vedica, in particolare popolazioni del medio-oriente e di religione musulmana.
[3] Azioni compiute in una vita precedente.
[4] Una piccola casa.
[5] Secondo alcuni questa cortigiana si chiamava Hira.
[6] Un brahmana di nascita ma privo di qualita’ brahminiche. Per questo venivano chiamati “amici dei brahmana”.
[7] Offese contro i devoti.
[8] Canto solitario dei nomi di Hari.
[9] Un leader musulmano.
[10] L’insegnamento delle glorie del Santo Nome.
[11] Jagannatha Puri.
[12] Festival della separazione.
[13] La verità intrinseca sul Santo Nome.
[14] Quei devoti che hanno rinunciato a tutto per Krishna
[15] Metodo di adorazione
Questa è una sezione del libro “Harinama Cintamani” di Sri Bhaktivinode Thakura , in lingua italiana.
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