Si dice che quando era ancora un bambino molto piccolo, Nimai era così attratto dai Nomi di Krishna che smetteva immediatamente di piangere appena venivano recitati. Tutti nella casa percepivano delle presenze soprannaturali, e questa sensazione li spingeva a recitare il Vishnu raksha mantra e il Devi mantra Aparajita stotra per la protezione del bambino. Ma le presenze erano benevole: in effetti Vrindavana Dasa scrive nel suo Chaitanya bhagavata che gli stessi Deva visitavano spesso la casa, talvolta rovesciando allegramente latte e burro per divertire il piccolo Nimai. Madre Saci si precipitava sentendo il rumore delle pentole rotte, e trovava il bambino (di 4 mesi) che pasticciava tutto felice.
Il Chaitanya mangala di Lochana Dasa si spinge oltre, narrando un episodio in cui i Deva un giorno entrarono nella stanza di madre Saci (che rimase meravigliata e impaurita) e preso il bambino dalle sue braccia, lo fecero sedere su un trono ingioiellato e lo adorarono. All’età di 6 mesi, durante la cerimonia dell’anna prasana (il primo pasto di cereali che inizia lo svezzamento) Nimai scelse immediatamente il Bhagavata purana trascurando gli oggetti materiali che gli venivano presentati.
Le biografie raccontano parecchie storie straordinarie: un giorno nel cortile della casa apparve un grosso serpente e il piccolo Nimai cominciò a giocarci assieme, facendo prendere un enorme spavento a tutti, finché il serpente si allontanò lasciandolo sano e salvo. Un altro giorno, dei ladri rapirono il bambino per rubare i gioielli che indossava, ma rimasero confusi e dopo aver camminato a lungo si ritrovarono nuovamente nel cortile di Jagannatha Mishra, perciò depositarono il bambino a terra e fuggirono.
Un giorno, quando il bambino era più grandicello, suo padre Jagannatha Mishra gli chiese affettuosamente di portargli un libro, e Nimai obbedì. Mentre il piccolo gli andava incontro, Jagannatha Mishra sentì il suono di campanelle di cavigliere, anche se il bambino non ne indossava. Un altro giorno, lui e Saci notarono che sul pavimento della casa c’erano delle impronte che mostravano dei simboli sacri. Il Chaitanya mangala descrive quei simboli come la bandiera, il pungolo, il chamara, il carro, il fulmine, il parasole, la svastika, il frutto jambu, e un triangolo circondato da vasi d’acqua.
Un pellegrino brahmana che pernottava temporaneamente nella casa di Jagannatha Mishra ebbe un’esperienza straordinaria. Aveva cucinato del cibo da offrire alla sua Divinità di Krishna, e il piccolo Nimai arrivò di soppiatto e assaggiò il cibo prima del rituale, rovinando l’offerta. Nimai venne portato a casa di vicini e il sadhu cominciò a cucinare di nuovo, ma ancora si ripeté la stessa storia. Alle 2 di notte il brahmana era esausto, ma Visvarupa lo incoraggiò a preparare una terza offerta, poiché Nimai era stato messo a dormire in una stanza sbarrata dall’esterno. Nimai riuscì comunque ad arrivare in tempo per assaggiare il cibo prima dell’offerta; commosso dalla delusione del sadhu, Nimai si mostrò a lui nella forma di Krishna stesso e il sadhu venne travolto dall’estasi. Nimai disse però al sadhu che non avrebbe dovuto parlarne con nessuno.
Dopo il chuda karana (il primo taglio di capelli) e il karna bheda (la foratura dei lobi per gli orecchini), Nimai fu solennemente iniziato all’arte della scrittura. Suo padre gli mise in mano un pezzetto di gesso e gli mostrò le lettere dell’alfabeto. Il bambino imparò tutte le lettere semplici e composte in soli due giorni, con grande meraviglia di tutti.
Post view 587 times