Rinfrancato, Rama mandò Laksmana a Nikumbhila, accompagnato da un’ingente forza. Guidati da Vibhisana che faceva strada, arrivarono rapidamente. E come sospettavano, lì videro le truppe di Indrajit che montavano la guardia. Vedendo il nemico avvicinarsi in un momento non propizio, tentarono di impegnarli in combattimento affinché il loro comandante potesse terminare il sacrificio. Con furia, Hanuman piombò tra le truppe dei Raksasa e le decimò. Poi chiamò Indrajit a venire fuori e lo sfidò in un duello. E il figlio di Ravana uscì dal santuario. Laksmana lo vide per primo.
Sfidato da Laksmana, Indrajit gli corse incontro impetuosamente. Il suo aspetto era terribile, la sua forza incomparabile. Un tempo il suo valore e la sua intelligenza gli avevano permesso di sconfiggere persino Indra, il re dei pianeti celesti. Quando vide Vibhisana a fianco di Laksmana, Indrajit lo rimproverò aspramente.
“Tu sei un traditore della tua razza. Non ti vergogni a farti vedere a fianco dei nostri nemici mentre uccidi i tuoi fratelli e amici? Vergognati! Sei solo un vile traditore che mira al trono del fratello.”
“Tu sei un ragazzo senza giudizio né esperienza,” replicò Vibhisana, “e la tua crudeltà non ha limiti. Mi sono schierato dalla parte di coloro che tu chiami nemici perché io non sono della tua stessa natura e non godo delle attività empie. Ho preso la loro parte per liberare il mondo dalla gente malvagia come te. Guardalo bene, questo mondo: oggi è il tuo ultimo giorno.”
Pur cosciente di non aver terminato il sacrificio, Indrajit fissò Laksmana e si lanciò contro di lui. Lo scontro fu feroce. Mentre Laksmana era personalmente impegnato contro il nemico, Vibhisana prese il comando dei Vanara contro i soldati. Ben presto Indrajit perse il carro e l’auriga, e si ritrovò in una posizione svantaggiosa. Qualcuno gli portò velocemente un nuovo carro e un altro guidatore, e il duello riprese.
E mentre Vibhisana e Hanuman massacravano le truppe dei Raksasa, Laksmana vide l’opportunità di porre fine all’esistenza di Indrajit. Un momento di disattenzione gli fu fatale: una freccia carica di mantra decapitò il prode figlio di Ravana.
Era fatta. Tutti tirarono un sospiro di sollievo. L’incubo era finito. I pochi superstiti tra i Raksasa fuggirono, in preda al panico.
Questa è una sezione del libro “Il Ramayana”, in lingua italiana.
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