Rapimento e matrimonio di Subhadra  con Arjuna

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Dopo aver ascoltato l’episodio del ritorno dei sei figli di Devaki, il re Pariksit si mostrò ancora più interessato e impaziente di sapere di più su Krishna e i Suoi divertimenti; pregò dunque Sukadeva Gosvami di raccontargli come suo nonno Arjuna aveva rapito Subhadra su istigazione di Krishna.

L’imperatore ardeva dal desiderio di ascoltare questo racconto; così Sukadeva Gosvami prese a narrarglielo: “Un giorno, tuo nonno Arjuna, il grande eroe, stava visitando diversi luoghi di pellegrinaggio e mentre viaggiava qua e là capitò a Prabhasaksetra. Qui seppe che Balarama stava preparando il matrimonio di Subhadra, la figlia di Vasudeva, suo zio materno. Nonostante Suo padre Vasudeva e Suo fratello Krishna non fossero d’accordo con Lui, Balarama voleva sposare Subhadra con Duryodhana. Arjuna, però, desiderava per si la mano della principessa.”

Pensando a Subhadra e alla sua bellezza, Arjuna si sentiva sempre più attratto dall’idea di sposarla. Escogitò dunque un piano, e si vestì come un sannyasi vaisnava, con un tridanda nella mano. I sannyasi mayavadi portano un solo danda, o bastone, mentre i sannyasi vaisnava portano un danda triplo, o tridanda, che rappresenta il voto del sannyasi vaisnava di servire Dio, la Persona Suprema, col corpo, la mente e le parole. Il tridanda-sannyasa esiste da tempi remoti, e i vaisnava che l’adottano sono chiamati tridandi, o anche tridandi-svami o tridandi-gosvami.

Di solito i sannyasi viaggiano ovunque per predicare, ma in India, durante i quattro mesi della stagione delle piogge — da settembre a dicembre — interrompono i loro spostamenti e si stabiliscono in un luogo fisso. Questo tempo di sosta per i sannyasi è chiamato caturmasya-vrata. Allora, gli abitanti del luogo in cui il sannyasi si ferma approfittano della sua presenza per progredire sul sentiero spirituale. Così Arjuna, travestito da tridandi-sannyasi, rimase nella città di Dvaraka per quattro mesi, preso dal desiderio di avere Subhadra per si. Gli abitanti di Dvaraka, e perfino Balarama, non riconobbero Arjuna, e gli offrirono quindi il rispetto dovuto a un sannyasi.

Un giorno Balarama invita a pranzo il presunto sannyasi e con grande rispetto gli porge ogni sorta di piatti deliziosi, ed ecco il nostro sannyasi che fa lauti banchetti. Ma durante tutto il pranzo Arjuna non stacca gli occhi dalla bella Subhadra, la cui bellezza affascina tutti i grandi eroi e i sovrani. Innamorato di lei, gli occhi di Arjuna brillano di una nuova luce; più contempla Subhadra e più il suo sguardo s’illumina. Ormai è deciso: in un modo o nell’altro la farà sua sposa; la mente di Arjuna non può più contenere questo desiderio ardente. Anche Arjuna, il nonno di Maharaja Pariksit, era di una bellezza straordinaria e il suo aspetto attraeva molto Subhadra, tanto da farle decidere di non sposare nessun altro se non lui. Da ragazza semplice qual era, Subhadra sorrideva

felice guardando Arjuna, che si sentiva sempre più attratto da lei. Poiché Subhadra si era votata a lui, Arjuna era deciso a sposarla ad ogni costo, e il pensiero l’assillava giorno e notte: come avrebbe fatto per sposarla? La sua mente era così agitata che non ebbe più un solo istante di pace.

Un giorno Subhadra, seduta su un carro, uscì dal palazzo per visitare i deva nel tempio, e Arjuna ne approfittò per rapirla, col permesso di Vasudeva e Devaki. Salito sul carro di Subhadra, Arjuna si accinse al combattimento e, afferrato l’arco, respinse con le sue frecce tutti i guerrieri che avevano l’ordine di fermarlo, riuscendo così a portare via Subhadra. Vedendo che Subhadra veniva rapita da Arjuna, i suoi familiari e parenti scoppiarono in lacrime; ma l’eroe proseguì la sua corsa, come un leone che prende ciò che gli spetta e poi se ne va. Quando Balarama seppe che quel sannyasi altri non era che Arjuna travestito allo scopo di rapire Subhadra, andò su tutte le furie e si agitò proprio come le onde dell’oceano quando si sollevano nei giorni di luna piena.

Sri Krishna era dalla parte di Arjuna, Perciò insieme con gli altri componenti della famiglia cercò di calmare Balarama gettandoSi ai Suoi piedi e implorandoLo di perdonare il gesto di Arjuna. Alla fine Balarama Si convinse che Subhadra era innamorata di Arjuna, e fu soddisfatto di sapere che lei desiderava averlo come sposo. Tutto fu sistemato, e per far piacere alla giovane coppia Balarama inviò loro come dote grandi ricchezze, elefanti, carri, cavalli, servitori ed ancelle.

 

 

#Subhadra

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