Il giorno dopo, quando Ravana si ripresentò nella sala del consiglio, tra la generale disapprovazione Vibhisana tentò ancora di riportare Ravana alla ragione, ma Ravana si sentiva troppo attratto a Sita e non poté accettare le cose come realmente erano. Ignorò completamente Vibhisana e lo interruppe, rivolgendosi a Prahasta.
“Ho preso la mia decisione. Non rinuncerò a Sita. Io non posso dimostrare paura davanti a un nemico così inconsistente. Io sono l’invincibile Ravana e mai ho conosciuto l’onta della sconfitta. Rama e il suo esercito di scimmie non mi fanno paura. Li combatteremo e li distruggeremo. Disponi quindi le nostre truppe in difesa della città e falle preparare alla guerra.”
Tutti gridarono dalla gioia e festeggiarono la decisione del loro re. In quel momento un rumore assordante fermò la discussione. Una guardia avvertì Ravana che il suo fratello più giovane Kumbhakarna si era appena svegliato da un lungo sonno e stava arrivando.
Kumbhakarna era il più forte Raksasa che fosse mai esistito. Era gigantesco e il solo pensare a lui incuteva terrore. Quando entrò tutti lo salutarono rispettosamente. Rama lo informò degli ultimi avvenimenti. Kumbhakarna non sembrò condividere l’atto del rapimento di Sita, tuttavia lo rassicurò che in caso di guerra gli avrebbe dato il suo appoggio. Ravana pensò che se Kumbhakarna avesse combattuto la vittoria sarebbe stata certa.
Mahaparsva, uno dei più famosi tra i generali, intervenne.
“Perché, visto che sei tanto attratto a quella donna, non la prendi con la forza? In fin dei conti sei il re qui, e tutto ciò che si trova su questo territorio è tuo di diritto.”
Vibhisana ebbe un tremito di rabbia al vile suggerimento. Ravana sembrò riflettere per un po’.
“Sì, è giusto che lo sappiate,” disse poi. “C’è una cosa che ho tenuta segreta per tanto tempo e che ora voglio raccontarvi. Non posso prendere una donna contro la sua volontà, altrimenti morirei. Un giorno violentai un’Apsara di nome Punjikasthala che corse da Brahma chiedendo vendetta. Allora Brahma s’infuriò e mi maledisse:
“Ravana, se ancora prenderai una donna contro la sua volontà, le tue teste esploderanno in cento pezzi.”
“Cari amici, è solo per questa ragione che non ho ancora preso Sita con la forza. Se non avessi sopra di me quella terribile maledizione avrei già soddisfatto il più caro dei miei desideri.”
Il virtuoso Vibhisana, a quel punto, tentò ancora di convincerlo a riportare Sita dal marito, ma tutti disapprovarono quel consiglio ritenendolo un atto di codardia. Perdendo la pazienza, Ravana lo insultò e Vibhisana decise di lasciare Lanka e di andare ad aiutare Rama contro quelle forze malefiche.
Vibhisana abbandona Ravana e si unisce a Rama
Anche se quelli contro cui avrebbe combattuto erano i suoi stessi parenti ed amici, Vibhisana pensò che la verità era più importante dei temporanei vincoli familiari. Sdegnato, lasciò la città. Subito dopo Ravana si pentì di aver trattato Vibhisana in quella maniera e lo mandò a cercare, ma non lo trovò più.
In meno di un’ora Vibhisana arrivò dove gli eserciti di Rama erano accampati e annunciò la sua venuta. Il suo arrivo causò malumore. Molti Vanara erano diffidenti, ma Hanuman lo riconobbe e ricordò come egli lo avesse difeso contro il parere di tutti gli altri.
Vibhisana fu accettato come amico e alleato e portato di fronte a Rama. Si inchinò rispettosamente.
“Rama, io sono Vibhisana,” disse, “il fratello minore di Ravana e Kumbhakarna. Nel mio cuore ho sempre disapprovato le attività demoniache di mio fratello, anche nel caso del rapimento di Sita, ma egli non ha voluto ascoltare i miei consigli. Per l’ennesima volta oggi ho cercato di fargli capire quali sono le cose giuste da fare e mi ha insultato. Non voglio più stare dalla parte dei malvagi e degli oppressori, quindi vorrei aiutarti a vincere questa battaglia. Io conosco tutto su Ravana, sui suoi soldati e sulle fortificazioni di Lanka, e ti darei un prezioso contributo.”
Nonostante le diffidenze di molti, Rama, che sapeva leggere nel cuore delle persone sincere, lo accettò come amico. Così il giusto Vibhisana si unì a Rama.
Nel frattempo le spie Raksasa, che erano disseminate ovunque, informarono il re che l’esercito dei Vanara si stava avvicinando.
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