Ravana decise di andare a controllare di persona.
Insieme ad altri salì nervosamente le scale della sua torre più alta e appena si affacciò vide uno spettacolo impressionante.
Non lontano dalle mura della città si stendeva a perdita d’occhio un immenso tappeto vivente brulicante di Vanara. Era incredibile. Milioni e milioni di possenti nemici si dirigevano lentamente ma inesorabilmente verso la città. Sembrava un mare inarrestabile di guerrieri assetati di sangue e di giustizia!
Ravana era impressionato. Si rivolse a Sharana.
“Fedele amico, chi sono i capi di questo immenso esercito? Parlami di loro e illustrami le loro capacità.”
Sharana additò Hanuman, Sugriva, Angada, Nila, Nala, Jambavan, e descrisse dettagliatamente la loro forza personale. Poi parlò di tutti gli altri capi, descrivendoli come guerrieri invincibili sul campo di battaglia, tutti dotati di terribile prodezza.
Irritato, Ravana espulse Shuka e Sharana dalla corte e mandò altri Raksasa a spiare il nemico, nella speranza che riportassero notizie più ottimistiche. Ma anche questi altri tornarono dal loro re riferendogli le stesse cose, e anche loro furono istericamente cacciati via.
Turbato, Ravana ebbe paura di perdere la guerra e soprattutto temette di perdere Sita, che desiderava follemente. Decise di fare un altro tentativo per conquistarla ed evitare la guerra.
Questa è una sezione del libro “Il Ramayana”, in lingua italiana.
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