Dialogo registrato il 18 aprile 1973 al parco di Cheviot Hill a Los Angeles.
Srila Prabhupada è accompagnato dal dr. Thoudam Damodara Singh, da Brahmananda Svami, da Karandhara dasa adhilkari, e da altri discepoli.
Srila Prabhupada: Tutti gli esseri viventi sono dotati dell’intelligenza necessaria per compiere quattro attività fondamentali: mangiare, dormire, accoppiarsi e difendersi. Queste quattro attività principali esistono anche a livello dell’atomo. L’unica differenza nell’essere umano è che egli possiede un’intelligenza più sviluppata che gli permette di scoprire Dio. Questa è l’unica differenza. Ahàra-nidrà-bhaya-maithunam ca sàmànam etat pasubhir narànàm: mangiare, dormire, riprodursi e difendersi sono attività che si ritrovano ovunque. Avete mai osservato la crescita degli alberi? (Srila Prabhupada mostra con un gesto la corteccia di un albero e il modo in cui cresce). Dove ci sono i nodi la corteccia non vi cresce sopra ma attorno, eppure l’albero non ha occhi e non può vedere. Il fatto è che anche l’albero ha una certa intelligenza: “Se cresco da quella parte, sarò bloccato, allora mi dirigerò dall’altra parte.” Ma dove sono i suoi occhi? In che modo può vedere? Ha intelligenza. Questa intelligenza non sarà sviluppata come la vostra, ma si tratta pur sempre di intelligenza. Anche il bambino possiede una certa intelligenza, sebbene essa non sia sviluppata come quella del padre. Ma col tempo, quando il bambino avrà un corpo da adulto, la sua intelligenza raggiungerà la piena maturità e si potrà manifestare.
Dr. Singh: L’intelligenza è dunque relativa.
Srila Prabhupada: Sì, tutto è relativo. Voi avete un corpo, una certa intelligenza e vivrete per un certo numero di anni, e così anche la formica. Sia noi che le formiche viviamo cent’anni, ma la durata dei nostri cento anni è relativa al nostro corpo. Perfino Brahma, l’essere che vive più a lungo in questo universo, vive solo cento dei suoi anni. Per noi, la vita della formica sembra durare solo qualche giorno. Secondo questo stesso principio, su altri pianeti che hanno un’atmosfera differente da quella della Terra, esistono delle forme di vita perfettamente adatte a quelle condizioni. Perché gli scienziati vogliono concepire tutto in funzione delle condizioni relative che esistono sulla Terra? E’ assurdo. Se l’intera manifestazione cosmica obbedisce alla legge della relatività, come possono gli scienziati affermare che la vita su altri pianeti è possibile solo se le condizioni sono identiche a quelle della Terra? I Veda insegnano che la conoscenza dev’essere sempre considerata in funzione di desa-kàla-pàtra. Desa significa “circostanze”, kala significa “tempo”, e patra significa “oggetto”. Ogni fenomeno dovrà dunque essere studiato tenendo conto di questi elementi. Per esempio, i pesci sono perfettamente a loro agio nell’acqua, mentre noi tremiamo per il freddo sulla spiaggia, e ciò perché il nostro desa-kàla pàtra è differente da quello dei pesci.
Ma sarebbe sciocco concludere che anche i gabbiani hanno freddo sull’acqua; infatti anche il loro desa-kàla-pàtra è differente dal nostro. Nella manifestazione cosmica materiale esistono 8.400.000 specie di vita, e ogni specie ha condizioni di vita differenti. Anche rimanendo sul nostro pianeta, sarebbe quasi impossibile per voi vivere comodamente in Alaska, sebbene questa regione faccia parte dell’America. Invece, gli esseri viventi che vivono bene in Alaska non migrano qui.
Karandhara: La relatività è basata dunque sulla natura di ogni individuo.
Srila Prabhupada: Sì. Ecco perché si dice che ciò che è cibo per un essere è veleno per un altro.
Brahmananda Swami: Poiché gli scienziati non possono sopravvivere sulla luna, pensano che sulla luna la vita sia impossibile.
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