Il Re Santanu era il quarantasettesimo discendente della nobile stirpe di Kshatriya che provenivano da Brahma attraverso il Deva della luna, Chandra. Suo padre si chiamava Pratipa, ed era stato un grandissimo Re, amato dai sudditi per la sua saggezza e rettitudine. Santanu ricordava sempre un episodio raccontatogli dal padre quand’egli era ancora molto giovane.
“Un giorno mentre meditavo su Vivasvan,” gli aveva narrato Pratipa, “una ragazza sorse dalle acque del Gange e, con l’evidente desiderio di avermi come marito, si sedette sulla mia coscia destra. Io le dissi:
‘Cara ragazza, non sai che una donna non deve avvicinarsi a un uomo mentre questi sta meditando? Inoltre tu ti sei seduta sulla mia coscia destra, come di solito fanno le figlie o le nuore. Quindi io non posso accettarti come moglie, ma se lo desideri potrai diventare mia nuora.’
“Io so che quella ragazza tornerà e ti chiederà di sposarla. Non rifiutarla, ma se vuoi ottenere grandi meriti non domandarle mai la sua identità né cosa voglia realmente da te.”
Questa è una sezione del libro “Maha-Bharata Vol. 1”, in lingua italiana.
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