Sedici anni dopo Ganga tornò e gli affidò il figlio, Devavrata, bello come un sole. Subito dopo il giovane fu nominato principe ereditario al trono e non trascorse molto tempo che a corte tutti si sentirono conquistati dai suoi modi amabili ed educati.
Santanu incontra la seconda moglie
A quei tempi, tra le classi sociali superiori, gli Kshatriya erano gli unici cui fosse permesso cacciare, ma solo determinate specie animali. Essi imparavano così ad uccidere per difendere i loro territori.
Un giorno, mentre Santanu inseguiva un cervo, sentì odore di fiori di foresta, talmente buono e intenso che non seppe resistervi. Deciso a portare via con sé quei fiori, seguì la scia fino al fiume, dove vide una donna impegnata a pulire una barca. Era lei che emanava quel profumo celestiale. Si avvicinò e con gentilezza le rivolse la parola.
“Ho sentito un meraviglioso profumo e l’ho seguito, ma certamente non mi aspettavo che provenisse da un ragazza. Chi sei tu?”
“Mi chiamo Satyavati e sono la figlia adottiva di un pescatore,” rispose lei, imbarazzata dalle occhiate di desiderio che il Re le lanciava.
“Sei bellissima,” le disse questi con irruenza. “Il tuo fascino mi ha stregato e vorrei averti con me. Io sono il Re Santanu, il signore della terra dei Bharata. Ti voglio come mia moglie. Vieni via con me.”
“Tu sai che non posso decidere da sola,” gli rispose Satyavati. “Chiedi a mio padre: io accetto la tua proposta, e se anche lui lo farà ti seguirò senza indugi.”
Condotto alla sua casa, Santanu chiese Satyavati in sposa e il pescatore ringraziò gli dei per la buona fortuna che era toccata alla figlia, ma chiese che fossero osservate certe condizioni.
“Questo matrimonio è una grande cosa per mia figlia,” disse, “ma voglio anche che i miei nipoti diventino Re dopo che avrai abbandonato il trono; se sei d’accordo su questa condizione, potrai averla come moglie.”
Santanu era esterrefatto.
“Tutto ciò è assurdo,” disse. “Tu sai benissimo che io ho già un figlio, Devavrata, che è il principe ereditario e non posso privarlo del suo diritto di nascita. Chiedimi ciò che vuoi: ricchezze, onori, ma non questo.”
Fu tutto inutile; il pescatore non voleva accettare nulla se non la promessa che i figli di Satyavati avrebbero regnato sul trono di Hastinapura. Santanu era innamorato di quella ragazza, ma non se la sentì di fare un torto simile al figlio, per cui tornò in città sconsolato, consapevole del fatto che mai avrebbe potuto dimenticare Satyavati.
Questa è una sezione del libro “Maha-Bharata Vol. 1”, in lingua italiana.
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