Sentieri impersonali

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Domande:

Gentile Manonatha Prabhu,

perche’ molte persone sono attratte da sentieri spirituali orientali impersonali? Non e’ innaturale la concezione impersonale di Dio?

Un saluto a Lei e a tutti gli amministratori, i membri e i lettori del forum.

*** 28/08/2002

 

Risposte:

Grazie per le domande.

Il sentiero impersonale è quello più vicino all’ateismo e quindi viene più facilmente accettato da coloro che non hanno sviluppato le giuste sensibilità al riguardo della pura devozione a Dio. In questa cultura – che è peggiore dell’ateismo stesso perchè più subdola – un Dio personale e individuale non compare.

Tutto ciò viene molto chiaramente spiegato nelle Shastra (Scritture rivelate).

Qualche esempio.

Dopo che Sanatana Gosvami fu tornato dal Bengala, incontrò a Benares Sri Caitanya Mahaprabhu che in quei giorni era ospite nella casa di Tapana Misra.

Dopo che per due mesi Mahaprabhu ebbe istruito il Gosvami sui principi della filosofia Vaishnava, Tapana Misra e il Brahmana Candrasekhara si confidarono con il Signore e dissero:

“Noi ci sentiamo molto infelici perchè i sannyasi Mayavadi criticano Te e i Tuoi insegnamenti.”

A quei tempi Varanasi (Benares) era un luogo di ritrovo di numerosi Mayavadi (filosofi impersonalisti), i quali erano costantemente impegnati negli studi e nelle discussione della filosofia Vedanta.

L’erudizione senza devozione è sterile e inaridisce il cuore. Quando i Mayavadi vedevano i devoti cantare e danzare in estasi per le strade, li criticavano aspramente, e in special modo criticavano Sri Caitanya che come sannyasi avrebbe dovuto studiare e certo non cantare e danzare. Venuti a sapere ciò, Tapana Mishra e Candrasekhara Acarya non riuscivano a tollerare critiche contro il Signore e contro la pura Bhakti.

Vedendo i Suoi devoti così tristi, Mahaprabhu decise di affrontare i sannyasi Mayavadi, il cui rappresentante più prestigioso era Prakasananda Sarasvati. Sri Caitanya li sconfisse con la filosofia superiore del vaishnavismo e cambiò i loro cuori.

La filosofia Mayavada non permette un concetto personale o devozionale per Dio se non come mezzo di avanzamento spirituale per i più neofiti. In altre parole, un principiante può adorare una forma (murti) di qualche divinità ma appena avanza spiritualmente deve abbandonare tale pratica e impegnarsi in studi approfonditi. Questo è un vero orrore per un Bhakta, che invece vede nell’atto di devozione qualcosa di eterno e supremo.

Gli impersonalisti sostengono che noi siamo un tutt’uno con Dio e che non esiste una Divinità personale e individuale. L’insieme di tutto il creato forma il Divino.

Questa idea – se adottata – distrugge ogni senso della devozione e dell’amore per Krishna. Se noi siamo Lui, perchè mai dovremmo adorarlo se non per ricordare che in realtà noi siamo lui? E’ palese come i due tipi di approcci alla Bhakti siano completamente differenti e incompatibili.

Le Scritture sono molto chiare nell’affermare che il male peggiore per la vita spirituale dell’essere vivente è credere di essere uno con Dio. Questa idea nasce da una smania perversa di individualismo assoluto e di controllo, che distrugge ogni forma di sentimento trascendentale. Sognando un mondo eterno privo di qualsiasi Essere Supremo, questa persona dal cuore impuro non può avvicinarsi a Krishna. E’ in realtà una forma di invidia, quindi certamente innaturale. I demoni sono sempre invidiosi di Krishna e dei devoti. Farebbero qualsiasi cosa per vederli in rovina. Nel Bhagavatam troviamo il demone Hiranyaksha che dice:

tvayi samsthite gadaya sirna-sirsany 

asmad-bhuja-cyutaya ye ca tubhyam 

balim haranty rsayo ye ca devah 

svayam sarve na bhavisyanty amulah

Rivolgendosi a Varahadeva, Hiranyaksha Lo minaccia e vuole ucciderLo perchè “quando Tu morirari, anche i Deva e i devoti cesseranno di esistere, incapaci di vivere senza di Te”.

Nel suo discorso a Sarvabhauma Bhattacarya Mahapabhu dice che chi ascolta le spiegazioni di Shankaracarya sul Vedanta Sutra ha la propria vita spirituale rovinata.

La persona dal cuore puro desidera vivere, amare e servire Krishna, contrariamente a chi invece desidera stare in una situazione dove Egli sia eternamente assente.

Manonatha Dasa 28/08/2002

 

Questa è una sezione del libro “Il Microfono di Dio”, in lingua italiana.

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