Sette Livelli di Purificazione

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Sri Caitanya descrive le numerose benedizioni che si ottengono cantando il santo nome del Signore.

Il primo verso dello Siksastakam («Gli otto insegnamenti») descrive le sette lingue della fiamma del sacrificio del canto dei santi nomi di Krishna. Sri Caitanya spiega come si susseguano sette livelli di trascendentale purificazione ed elevazione quando cantiamo Hare Krishna.

TOGLIERE LA POLVERE

Sri Caitanya inizia con cetodarpana-marjanam: il canto congregazionale dei santi nomi del Signore pulisce lo specchio della nostra coscienza. In origine siamo tutti puri esseri coscienti di Krishna. L’anima individuale fa parte dell’anima suprema, Krishna. Il puro amore per Krishna in una felicità estatica si trova all’interno del cuore di ogni essere vivente. La funzione dello specchio della nostra coscienza è quella di riflettere la vera identità e la vera natura del nostro sé. Quando guardiamo in questo specchio non ci aspettiamo di vedere qualcun altro. La bellezza dell’anima non ha limiti perché qualitativamente essa è una con Krishna, la bellezza suprema. Nella Bhagavad-gita Krishna dice che una sola scintilla della Sua bellezza è all’origine di tutte le cose che nell’esistenza materiale ci inebriano con un piacere illusorio. Tuttavia, la bellezza di una jivatma (anima) infinitesimale di qualsiasi specie di vita possiede più bellezza e fascino di tutto quanto è all’interno della totale manifestazione cosmica. Non possiamo neanche immaginare la bellezza dell’anima. Quando guardiamo nello specchio della nostra coscienza, pensiamo di vedere il riflesso del nostro sé, ma in un modo o nell’altro la nostra coscienza è stata ricoperta da strati e strati di polvere che si sono accumulati nascita dopo nascita dopo nascita. Perciò non possiamo vedere chi siamo o qual è il nostro significato.

Tutto quello che riusciamo a vedere è questa polvere. Questa polvere è completamente dovuta ai nostri desideri egoici ed egoistici di godere dell’esistenza materiale. È polvere dovuta alla lussuria. Abbiamo molti desideri per godere in vari modi. Siamo inebriati dalla fantasmagoria illusoria delle cose cosiddette belle di questo mondo, che sono simili a miraggi. Noi inseguiamo questi miraggi nascita dopo nascita alla ricerca della felicità senza mai essere veramente soddisfatti. Insoddisfatti diventiamo spesso preda della collera e della frustrazione. I nostri desideri egoistici non sono soddisfatti e perciò desideriamo prendercela con qualcuno o qualcosa. E in questo modo facciamo moltissime offese. Anche se in un modo o nell’altro riusciamo a trovare un po’ di piacere nel mondo materiale, non siamo soddisfatti. Vogliamo sempre di più. In questo modo cadiamo preda dell’avidità, un’altro tipo di polvere. Krishna spiega che la lussuria è come un fuoco. Quanto più carburante ci metti tanto più ne richiede. Quanto più abbiamo tanto più diventiamo avidi. E se in un modo o nell’altro una persona ha una cosa che tu desideri o qualcosa di più di quello che desideri allora si manifesta la polvere dell’invidia. Si diventa invidiosi di quella persona. Si desidera e si prega che quella persona perda tutto e soffra. Si diventa invidiosi. «Perché tu devi avere quelle cose? Perché io no? Io me le merito.»

E come conseguenza di tutto questo — lussuria, collera, invidia — diventiamo orgogliosi di qualsiasi piccola cosa abbiamo e pensiamo di essere molto grandi. In questo modo cadiamo nell’illusione che ci rende pazzi. Perciò il nostro falso ego, il nostro desiderio di godere e tutti i suoi sottoprodotti e le reazioni ai nostri tentativi di godere sono i tipi di polvere che coprono lo specchio dell’anima. A volte le persone meno intelligenti, frustrate in molti modi dalla mancata soddisfazione di tutte le loro ambizioni nella vita materiale, accettano un metodo religioso per liberarsi diventando Dio. Questo è un altro tipo di polvere. Il primo livello del canto dei santi nomi del Signore serve a rimuovere tutta questa polvere dallo specchio della mente.

ESTINGUERE IL FUOCO

Il livello successivo è il bhavamaha-davagni-nirvapanam: il canto dei santi nomi spegne il fuoco della foresta delle sofferenze materiali. Questo mondo, dice Krishna, è sostanzialmente un luogo di sofferenza. Stiamo cercando di essere felici in un luogo di sofferenza. È come cercare di mantenersi asciutti quando siamo immersi nell’oceano. Se si vuole restare asciutti si deve uscire dall’oceano. Perciò se volete il piacere, dovete uscire dall’esistenza materiale. Tutto quello che dovete fare per uscire dall’esistenza materiale è desiderare di uscirne. Cantate e tornate da Dio. L’unica cosa che ci trattiene è il nostro desiderio di rimanerci. E maya ci dà queste poche briciole di felicità proprio perché noi possiamo avere questo stato d’animo: «Oh, mi piace questo posto. Vale bene tutte queste miserie e queste sofferenze, morte dopo morte. Solo per prendere qualche buon cibo o toccare qualche morbido oggetto o guardare la televisione. Ne vale la pena!» In questo modo maya ci trattiene in questa miserevole situazione. L’esistenza materiale viene paragonata ad una foresta in fiamme. Che cosa può spegnere una foresta in fiamme? Nessuna squadra di pompieri può riuscirci. Soltanto per la potenza del Signore, quando fa cadere la pioggia, ciò diventa possibile.

Il canto dei santi nomi di Krishna è paragonabile a questa pioggia intensa. Ciò che è impossibile per noi fare da soli o anche tutti insieme come società umana — spegnere una foresta in fiamme — può essere fatto solo per la misericordia di Krishna. Nei nostri cuori arde un fuoco che è milioni di volte più grande e più intenso di quello di un incontrollabile incendio in una foresta e le fiamme di questo fuoco ci coinvolgono nelle tre sofferenze dell’esistenza materiale. Le prime sofferenze provengono dal nostro corpo e dalla nostra mente. Il corpo ha molti disturbi e problemi. Vale come esempio la malattia. Una piccola creatura che entra nel tuo corpo può provocare moltissima sofferenza. Poi ci sono le sofferenze dovute alla mente — ansia, angoscia, lamento e delusione. Molte sono le lacrime che sgorgano dagli occhi a causa di queste sofferenze. Poi ci sono le sofferenze dovute agli altri, ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, alle nostre famiglie, ai nostri mariti e alle nostre mogli. I politici, gli insetti — molti altri esseri viventi procurano sofferenza all’anima condizionata. Anche i fenomeni naturali possono procurare sofferenza. Troppo caldo, troppo freddo, troppa pioggia, troppo poca pioggia. Nel mondo materiale sia il troppo che il troppo poco fanno soffrire. Per avere sollievo o felicità tutto deve essere perfettamente a posto. Quando c’è siccità preghiamo per la pioggia; quando c’è un’inondazione invochiamo la siccità. «Speriamo che piova. No, no, ho cambiato parere; speriamo che smetta di piovere.» Quando è troppo caldo, preghiamo: «Speriamo che venga un po’ di vento. Ed ecco arrivare una tempesta di freddo e – “No, no, ho cambiato parere. Non lo voglio più il vento. Voglio il caldo.» Le dualità dell’esistenza materiale sono sempre presenti. Terremoti, eruzioni vulcaniche, cicloni. Tutte queste sono sofferenze proprie della natura materiale. Al secondo livello del canto del santo nome, la misericordia di Krishna viene come un sollievo, proprio come un temporale che spegne completamente il bruciante fuoco della foresta dell’esistenza materiale. Otteniamo la libertà nel senso che siamo per sempre liberati da tutte le sofferenze dell’esistenza materiale.

LA LUNA DELLA BENEDIZIONE

Il livello successivo è kairava-candrika-vitaranam. Abbiamo ripulito lo specchio del cuore da tutta la sporcizia degli attaccamenti materiali. Abbiamo spento il fuoco ardente della foresta dell’esistenza materiale, origine di tutte le sofferenze ed ora la nostra vera, gioiosa natura spirituale comincia a risvegliarsi. Il Signore Caitanya Mahaprabhu paragona il santo nome ad una splendente luna piena. Il santo nome di Krishna è Krishna. Il santo nome emana un’oceanica quantità e qualità di benedizioni. Come il loto che sboccia di notte alla luce della luna piena, così l’anima fiorisce sotto i raggi del santo nome. Finché il loto è chiuso, non si può godere della sua fragranza e della sua bellezza, ma quando il loto entra in contatto con la luce della luna, fiorisce e tutta la sua fragranza e tutta la sua bellezza si manifestano al mondo. Quando il santo nome tocca i nostri cuori risveglia le naturali e meravigliose qualità d’amore delle nostre anime. Allora realizziamo la nostra realtà spirituale nella nostra relazione con Krishna. Mentre questa relazione si sviluppa, si manifestano cinque rasa, gusti spirituali: una relazione neutra con il Signore, una di servizio al Signore, una di amicizia con il Signore, una come genitori del Signore e una come amante del Signore.

LA VERA CONOSCENZA

Il livello successivo descritto dal Signore Caitanya è vidyavadhu-jivanam. Quando il loto della nostra anima sboccia, riceviamo la vera conoscenza di chi siamo. Sappiamo che il nostro vero scopo è di arrenderci completamente alla volontà di Dio. Nella misura in cui ci arrendiamo, gustiamo l’estasi. Nella misura in cui siamo compiaciuti o riluttanti o rifiutiamo di arrenderci al volere di Krishna, al servizio di Krishna, ci priviamo del nettare dell’amore trascendentale che costituisce un nostro diritto di nascita. Una resa completa è il segno della vera conoscenza della natura del nostro sé, l’anima. In senso materiale, arrendersi significa sottomettersi contro la nostra volontà ed è un’idea che fa soffrire. Quando si combatte una guerra, si desidera che sia l’altra parte ad arrendersi. A nessuno piace arrendersi perché significa perdere tutto. A livello spirituale è proprio l’opposto. In realtà ci arrendiamo sempre, cambia solo la persona a cui ci arrendiamo perché nel mondo materiale tutti sono in una posizione subordinata. Noi abbiamo il libero arbitrio di arrenderci all’energia spirituale di Krishna o alla Sua energia materiale. Ogni volta che desideriamo di vedere, gustare o ascoltare qualcosa di materiale, ci stiamo arrendendo alla natura materiale. Quando ci arrendiamo a maya, ogni volta che ci arrendiamo a qualcuno dei nostri desideri sprofondiamo sempre più profondamente nella foresta in fiamme. L’unico modo di essere liberi dal potere di maya è arrenderci a Krishna, ricettacolo di ogni bene, di ogni bellezza e di ogni piacere. Perché siamo riluttanti ad arrenderci a Krishna? Perché siamo abituati ad arrenderci a maya. Sottomettersi a Krishna è la cosa più facile, più semplice e più naturale. Noi però siamo diventati così poco naturali nel nostro modo di pensare, di sentire e di volere che questo ci appare molto difficile. Tuttavia, per il potere del santo nome — mentre si toglie la polvere dal nostro cuore, mentre si estingue il fuoco della foresta dell’esistenza materiale e della sofferenza dovuta alle azioni e reazioni delle nostre attività peccaminose, mentre la vera conoscenza comincia a rivelarsi nel loto del nostro cuore — arrendersi a Krishna diventa la nostra vera natura. Sottomettersi significa amare Krishna, servire Krishna. Il servizio è l’espressione dell’amore.

UN OCEANO DI FELICITÀ IN ESPANSIONE

Lo stato successivo che il Signore Caitanya presenta è anandambuddhi-vardhanam: quando ci arrendiamo a Krishna, quando nel nostro cuore siamo disposti a vivere in armonia con Lui e ad essere il servitore del servitore dei Suoi servitori, allora per la Sua grazia veniamo collocati in un oceano senza limiti di estasi trascendentale. La felicità di questo mondo è come una goccia d’acqua nel deserto, ma la felicità che si ottiene attraverso il canto del santo nome è quella che deriva dall’essere sommersi in un oceano di nettare, un oceano di estasi. L’anima desidera ardentemente l’illimitata gioia estatica della riunione con Krishna. Non appena vediamo la bellezza di Krishna diventiamo consapevoli che le cose di questo mondo che affascinano il nostro cuore sono prive di significato e d’importanza. Quando realizziamo di non essere il corpo, sappiamo che non c’è niente di grande nel piacere materiale e che esso non ha niente a che fare con l’anima e con la realtà. Nel nostro stato impuro, quando vediamo una cosa bella è come se una luce entrasse nei nostri occhi, ma questo ci rende pazzi e lo stesso accade quando qualche frequenza sonora entra nei nostri orecchi.

Qualcosa contatta la nostra lingua — cos’è la lingua se non un pezzo di carne che si muove tutto intorno? Se però qualcosa tocca la sua superficie, diventiamo pazzi. Questo è il piacere materiale che noi prendiamo tanto sul serio. Basta però un rapido sguardo alla bellezza ed al fascino di Krishna perché la nostra mente venga completamente e per sempre distolta dall’esistenza materiale. La potenza suprema di Krishna non è quella impiegata nella creazione del mondo materiale, bensì quella che manifesta la Sua bellezza che tutto attrae e che affascina i cuori di tutti gli esseri viventi per l’eternità. Una goccia di amore per Krishna può conquistare l’intero universo in un secondo. Tutta questa potenza, tutta questa bellezza, tutto questo amore e tutte le opulenze sono nel Suo nome e quando questo nome entra nel nostro cuore tutte le aspirazioni e i desideri per tutto ciò che non è servizio a questo nome cessano di esistere.

UN PIACERE CHE PURIFICA

Il successivo aspetto del canto è sarvatma-snapanam. Il piacere cosciente di Krishna è molto diverso dai piaceri del mondo materiale. I piaceri materiali ci contaminano. Quanto più piacere proviamo tanto più i nostri cuori vengono contaminati dal concetto errato di essere noi i goditori. Il piacere della coscienza di Krishna invece ci purifica. Quanto più siamo felici nella coscienza di Krishna, tanto più ci purifichiamo. Il piacere del canto e dell’ascolto dei nomi e delle glorie del Signore purifica completamente il nostro cuore. Non restano né i semi né le erbacce del piacere materiale. A volte quando tagliamo via le erbacce ci sentiamo al sicuro, ma i semi sono ancora nella terra ed è solo una questione di tempo prima che crescano di nuovo. Il santo nome ha il potere di purificarci completamente, al punto che perfino i semi dei desideri materiali cessano di esistere mentre noi ci immergiamo nell’oceano della krishna-bhakti e del krishna-prema.

VITTORIA SULL’ILLUSIONE

Il livello successivo illustrato dal Signore Caitanya è param vijayate sri-krishna-sankirtanam. Il Signore Caitanya afferma: «Continuate con questo sri-krishna-sankirtana. Fate che sia vittorioso in tutte le direzioni.» Questa è la benedizione del Signore Caitanya. Il santo nome del Signore cantato da devoti sinceri non solo offre le sei precedenti meravigliose benedizioni, ma si diffonde e si espande per realizzare la vittoria sull’illusione e in tutto il mondo. Ovunque sinceri devoti del Signore cantino il santo nome, si realizzeranno questi sette effetti. La suprema definitiva vittoria si ottiene per mezzo del canto di Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.

di Radhanatha Swami
Radhanatha Swami, un guru ISKCON, è un GBC responsabile di alcune parti dell’India, dell’Italia e degli Stati Uniti. La sua residenza base è il tempio ISKCON di Chowpatty (Mumbai).

(Tratto da Ritorno a Krishna) bbtitalia.com

 

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